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Controverso

Foggia in bilico tra domanda e offerta

Se il GrandApulia non riesce a raggiungere l'obiettivo, cosa ne sarà del Medusa Park, il centro integrato turistico e culturale, dalle parti del casello dell'A/14? Con la promessa di 1200 posti di lavoro per 270 milioni di euro di investimento, su di un'area di 90 ettari

Foggia in bilico tra domanda e offerta

C'è chi pregustava lo shopping di Natale (lo so, siamo ad Agosto e sta per tornare l'ennesima ondata di caldo africano, quindi parlare di Natale appare proprio un contro senso) dalle parti di Incoronata, nel megastore GrandApulia. Ebbene no, non aprirà. Evidentemente l'investimento, ipotizzato anni addietro, era il 2007 quando ci fu l'accordo di riqualificazione e di riconversione dell'area ex Sfir, sta facendo oggi i conti con la crisi dei consumi che non pare abbia voglia di indietreggiare e siamo nel 2015, mentre l'inaugurazione in un primo momento era stata fissata prima nel 2013 e poi a novembre 2014. Decine di attività commerciali in città, nel frattempo, hanno chiuso i battenti, ormai il numero delle imprese attive in provincia di Foggia sembra in caduta libera, i dati sulla disoccupazione sono da brividi, insomma la situazione non è proprio delle migliori. La vicenda del GrandApulia, però, pur sperando che la situazione cambi perché altrimenti sarà stato solo un investimento fallimentare e ne dovremo prendere atto, dovrebbe far riflettere.

Se il GrandApulia non riesce a raggiungere l'obiettivo, cosa ne sarà del Medusa Park, il centro integrato turistico e culturale, dalle parti del casello dell'A/14? Anche in quel caso: 270 milioni di euro di investimento, un'area di 90 ettari; la costruzione di un parco acquatico, un centro direzionale, un albergo, un mercato e negozi a chilometro zero, 1200 posti di lavoro promessi.  Numeri, numeri e si sa, quando in ballo ci sono possibili assunzioni, la politica non sa dir di no, dimenticando caso mai che forse sarebbe stato più opportuno disegnare il proprio sviluppo (un bel piano del commercio appropriato ed anche all'avanguardia - cioè che sappia guardare oltre -) e non attendere l'arrivo dei nuovi "colonizzatori" del territorio che - a quanto sembra e GrandApulia dovrebbe insegnare - non ha la capacità di assorbire grandiose strutture commerciali. Al di là di chi sia il proponente, Genera Consulting, al di là di quale sia il peso della stessa società e del suo amministratore, tutto sembra fumoso. Ma tant'è, ora si attende il via libera della Regione. Ma, dopo i ritardi del GrandApulia, la Regione avrà l'accortezza di valutare non tanto il progetto (gli scivoli ed il parco acquatico non sono poi così affascinanti) ma la possibilità che si crei davvero sviluppo e non cubature di cemento che resteranno vuote? Si prevede di ritagliare lì anche uno spazio per la sede dell'Authority per la sicurezza alimentare, e questo - data la decennale vicenda dell'Authority - potrebbe essere una notizia da non prendere alla leggera. Ma il cuore di tutto, però, resta il centro commerciale.

Non è così, lo abbiamo già scritto, che si tracciano le linee di sviluppo di un territorio. È una storia che si ripete, purtroppo. La domanda, a questo punto è: conviene investire ancora, con i ritardi storici che abbiamo accumulato, nelle grandi strutture di vendita se la domanda di acquisto non c'è o, come dimostrano i dati, puntare su altri settori o almeno altre modalità? 

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Daniela Eronia

Daniela Eronia

Di me hanno detto che sono stata una giornalista molto scomoda, poi un'imprenditrice troppo intraprendente. È così: quando una donna si dedica con passione alla città che ama, per renderla migliore, finisce con il creare inquietudini. Per aggiungerne qualcuna in più, torno a scrivere, nel solito mondo. A volte sarà irriverente, altre dissacrante. Sicuramente "controverso". Comunque, se vi fa piacere deciderete voi.

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