IL MATTINO
Controverso
21.06.2015 - 11:17
In rosso il baffo ferroviario per aggirare Foggia
«...era settembre 2014, il Sottosegretario Scalfarotto affermava: "Non esiste allo stato alcuna ipotesi di smistamento del traffico ferroviario in una stazione alternativa a quella attuale di Foggia. La comunità foggiana può quindi guardare con il massimo favore alla realizzazione di questa fondamentale infrastruttura, che inserisce Foggia in una modalità di trasporto destinata a rivoluzionare la mobilità di merci e persone nel nostro Paese.” Per dirla alla Renzi: "Foggia stai serena"».
L'ad di Ferrovie, Elia, dice a chiare lettere che il baffo si fa in due. Merci e persone, quindi, potranno, ma mi sa che dovranno, bypassare Foggia e, per prendere il treno, si perché è di questo che stiamo parlando, arrivare - forse con un altro treno o peggio ancora con un servizio navetta - a bivio Cervaro e, di li, proseguire il viaggio, confidando nella velocità di realizzazione dell'infrastruttura (cioè binari, etc) dell'alta velocità, alta capacità verso Roma.
Di che giorno è la notizia? Di una settimana fa, direbbe chi - soffocato dal profluvio di notizie on line, fast news - proprio non riesce più a seguire l'evolversi di nessuna situazione. Ma non è così. Di questo baffo, anzi dei baffi, se ne parla da anni e non si fa niente di concreto da anni. Basta dare uno sguardo alla sezione "argomenti" di open parlamento per capire che la questione ferroviaria è calda da tempo. Ma non solo. Già 10 anni fa si definiva assurdo, per un risparmio di soli 18 minuti, tenere fuori dal progetto la città di Foggia. E via, riunioni, dichiarazioni, protocolli d'intesa, documenti sottoscritti dai Governatori di 5 regioni. Carta straccia, verrebbe da dire, se a distanza di dieci anni siamo sempre allo stesso punto. Si vuol saltare Foggia per rendere tutto più veloce. Altro che nodo ferroviario strategico.
E cosa succede quando l'ad Elia dice, a distanza di anni, quello che già sapevamo eppure ci ostinavamo a non voler vedere come quando, era settembre 2014, il Sottosegretario Scalfarotto affermava: "Non esiste allo stato alcuna ipotesi di smistamento del traffico ferroviario in una stazione alternativa a quella attuale di Foggia. La comunità foggiana può quindi guardare con il massimo favore alla realizzazione di questa fondamentale infrastruttura, che inserisce Foggia in una modalità di trasporto destinata a rivoluzionare la mobilità di merci e persone nel nostro Paese.” Per dirla alla Renzi "Foggia stai serena". Cosa succede? Che si affollano le dichiarazioni, in ritardo e postume ovviamente, con tanto di sdegno, in ordine sparso, di rivendicazione di una terra abbandonata. E poi? A memoria, e qui sono davvero trascorsi pochi giorni, niente. I cittadini, assuefatti all'elenco delle cose che non vanno e travolti da un senso opprimente di mancata fiducia nella rappresentanza politica, a qualunque titolo declinata, non hanno alcun moto di sommossa, sbirciano i giornali, commentano ma si fermano lì. Il Sindaco torna ad occuparsi della nuova Giunta, il Presidente della Provincia ha tante di quelle gatte da pelare, dal futuro dei dipendenti alle casse dissanguate, da non riuscire proprio a star dietro a tutto, il sindacato fa la conta delle ore di cassa integrazione e delle aziende chiuse, al Presidente Emiliano dobbiamo dare il tempo di chiudere la partita Regione, tutti gli stakeholders sono presi appunto dal portare avanti i loro interessi.
E il Ministro Delrio? Ci dice che da Bari per raggiungere Matera impiegheremo 50 minuti con le Ferrovie Appulo Lucane e, si spera, prima del 2019. Ed aggiunge, poi, che i treni più veloci arriveranno anche al Sud. Insomma un passo verso il diritto alla mobilità. Sul baffo, sui baffi, nulla. Intanto, questo benedetto baffo, almeno per il traffico merci, entrerà in funzione tra qualche giorno. Attendiamo di sapere se, ufficialmente, come e quando riguarderà non solo le merci, allarmismi e parole inutili a parte.
Le politiche di sviluppo di un territorio, di aggancio alle dinamiche interregionali, nazionali ed europee, si tracciano quando si ha una vision. Ma di cosa si vuol fare di questa terra, se non c'è nemmeno l'abbozzo di un disegno strategico? Le situazioni non le si determina ma le si insegue e, finché sarà così...
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