IL MATTINO
Controverso
07.06.2015 - 10:45
Il centro accoglienza foggiano (Ph. V. Maizzi)
Il Cara di Foggia sta scoppiando. Centinaia in più gli ospiti rispetto alla normale capienza e se tutto si gioca sul sistema pro die/pro capite (come da gara) ben si capisce quanto sia economicamente utile per chi gestisce, il consorzio Sisifo. C'è sempre quella parola: emergenza.
Secondo round e, sicuramente non sarà l'ultimo. L'inchiesta "Mondo di mezzo", nota come "Mafia Capitale", affonda il colpo. 44 nuovi arresti e, novità, anche quelli di 4 manager del gruppo La Cascina, il colosso vicino a CL con sede operativa anche a Bari. Le accuse per i manager, 3 ai domiciliari, uno in carcere, sono pesanti. I quattro manager, secondo il gip di Roma Flavia Costantini, sarebbero “partecipi degli accordi corruttivi con Luca Odevaine” e dal 2011 al 2014 avrebbero commesso “plurimi episodi di corruzione e turbativa d’asta”, manifestando una “spiccata attitudine a delinquere” per lucrare sugli appalti. In altri termini, dai manager de La Cascina, Ovedaine avrebbe ricevuto “la promessa di una retribuzione di 10 mila euro mensili, aumentata a 20 mila al mese dopo l’aggiudicazione dell'appalto per il Cara di Mineo che, in alcune intercettazioni, e' stato definito blindato.
Lo sfondo di questi sporchi affari sono migliaia di cadaveri in mare e migliaia di profughi che fuggendo da fame e guerre non sono affogati nel Mediterraneo. Tutto gira intorno ad una parola: "emergenza". Da un lato chi, in Italia, la sfrutta per riorganizzare i propri affari lanciandosi nel sistema dell'accoglienza, non certo per solidarietà, moltiplicando gli utili, dall'altro chi, in terra d'Africa usa la disperazione, la paura, la povertà, la persecuzione di alcune etnie, come una bomba ad orologeria, alimentando l'emergenza, ingrossando le proprie tasche di soldi che saranno utilizzati per gli armamenti e consentendo, sulle sponde opposte, di arricchirsi speculando su chi ha la pelle nera, i nuovi schiavi. Le Procure indagano, scattano gli arresti, mentre il dibattito politico si infuoca su chi, a destra, a sinistra e al centro ha più persone in carcere o agli arresti domiciliari, l'Autorità Anti Corruzione, Cantone ci provano e, nonostante sia stata dichiarato illegittimo l'appalto per la gestione del Cara di Mineo (e siccome le gare sono impostate sullo stesso capitolato predisposto dal Ministero dell'interno in tutt'Italia, dovrebbero essere illegittime anche le altre, quindi anche quella del Cara di Foggia vinta dal Consorzio Sisifo - lo stesso di Mineo -) tutto si risolve con la dicitura "l'Anac ha solo parere consultivo" e l'appalto e' salvo. Questa e' l'Italia!
Eppure di questa La Cascina, almeno in Puglia se ne parla da tempo, c'è stato un processo per degli affari che hanno visto coinvolto anche Raffaele Fitto, sono fioccate le condanne. Il 13 febbraio 2013 la seconda sezione penale del Tribunale di Bari l'ha condannata ad una sanzione pecuniaria di 150.000 euro ed alla confisca di beni per 68.000 euro. E sui social in questi giorni impazzano i commenti che, però, non sono ironici, anzi invitano la Procura di Bari ad indagare anche sul sistema della seconda accoglienza, gestita a Bari da La Cascina attraverso società collegate. A continuare sulla strada dei magistrati romani. E lo si chiede pure a Foggia. I nomi che girano nel sistema sono sempre gli stessi, nel Lazio, come in Sicilia ed in Puglia.
Il Cara di Foggia sta scoppiando. Centinaia in più gli ospiti rispetto alla normale capienza e se tutto si gioca sul sistema pro die/pro capite (come da gara) ben si capisce quanto sia economicamente utile per chi gestisce, il consorzio Sisifo. C'è sempre quella parola: emergenza. L'emergenza, però, e' un'altra. Che la magistratura ci liberi, non dai migranti, dai richiedenti asilo, ma da chi sta "nella terra di mezzo" e fa affari, dall'una e dall'altra sponda del Mediterraneo. Un coordinamento delle Procure, del loro lavoro, sarebbe utile.
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