IL MATTINO
Controverso
04.06.2015 - 11:12
Un seggio del Pacinotti
Urne svuotate, conteggi chiusi ed un elenco di 50 nomi, 7 della Circoscrizione Foggia, quelli dei delegati ad amministrare gli interessi dei pugliesi in quel di via Capruzzi.
Chi c'è e' noto, chi non c'è pure. Ma mi sembra che emergano alcuni punti: l'astensione, il PD, le liste civiche collegate, il M5S e la Lega.
Fuga dal seggio. La provincia di Foggia si è distinta, in negativo ovviamente. Al voto solo il 48,86%. E non può certo valere quanto affermato dal Presidente "chi non vota esprime silenzio-assenso". Nel 2010 il dato raggiunto e' stato del 59,1. Una riflessione più approfondita servirebbe, senza appellarsi all'alibi "ponte".
Il PD. In Puglia la percentuale e' stata del 18,81 (alle europee dello scorso anno era al 33,5%). In provincia di Foggia e' stata del 17,45, quindi più bassa del 1,36% rispetto al dato regionale.
Il plotone di candidati delle liste collegate ad Emiliano presidente raggiunge complessivamente oltre il 27%, anche se volendo calcolare le cosiddette "3 liste del PD" (Emiliano sindaco di Puglia e la Puglia con Emiliano) definizione che proprio non va giù ai piddini, il dato si ferma al 13,31%, un risultato non certo da poco.
A proposito di candidato e liste. Emiliano ha un 1,24 in più rispetto alla coalizione.
I 5 Stelle. 16,33%, 18,42 per la candidata Presidente, oltre 2 punti percentuali in più per Antonella Laricchia. Non chiamiamolo più voto di protesta!
Comunque tutti i candidati alla presidenza guadagnano qualcosa in più rispetto al totale dei voti delle liste a sostegno. Al di la' dell'altissima astensione, quindi, una parte di chi ha votato o ha deciso di tracciare una sola croce oppure, ferme restando le circa 141.000 schede non valide, non ha espresso bene il proprio voto.
Noi con Salvini. Si ferma al 2,29%. Evidentemente la Puglia, regione di frontiera, del sud, di accoglienza, non ha dimenticato e non vuol dimenticare la canzoncina "meridionali sporchi e puzzolenti come i cani". Il leader della Lega, cambierà pure nome al simbolo tentando la speculazione sul Sud, usando i toni aspri dell'uno contro l'altro, dai migranti ai rom, ma non sfonda. E, di questo, proprio Renzi dovrebbe essere riconoscente, pur snobbando sia lui che la ministra Boschi proprio la Puglia. Anzi usandola come pista di atterraggio per fuggire nelle braccia di Marchionne. Hanno preferito la Campania, con tutto quel che ne deriverà per la questione De Luca, la Liguria con la Paita che non sfonda, il Veneto con la figuraccia della Moretti, l'Umbria sul fil di lana. Troppo facile il gioco sia in Toscana che nelle Marche. Forse perché Emiliano ha l'ambizioso progetto politico di scalare l'Italia partendo dalla Puglia. E qui, la domanda? Come mai i nostri del PD non sono riusciti a convincere Renzi dell'importanza di fare un salto in Puglia? Forse non sono stati poi tanto convinti nemmeno loro, dati anche i toni - alcuni evidenti - della campagna elettorale "lievemente" contro Emiliano. Ma tant'è!
Un'altra riflessione, invece, deve farsi su "Noi a Sinistra" la lista sostenuta da Nichi Vendola e da Dario Stefano. A livello regionale sfiora il 7% ma, a livello provinciale, le circa 4000 preferenze raccolte non consentono a Pino Lonigro di continuare il suo lavoro.
Insomma perdiamo quell'indole più a sinistra e chissà che i voti rosicchiati a Lonigro non siano proprio quelli che ha raccolto in più il suo ex fedelissimo Buonarota.
Ancora una nota. Le donne. Nessuna della maggioranza, ma in provincia di Foggia c'è Rosa Barone del M5S. La capolista del PD Patrizia Lusi e' stata lasciata sola dal suo partito, nonostante Emiliano. Ma due donne in Giunta regionale dovranno esserci e se la maggioranza del Consiglio non ne esprime una, chissà che il Governatore non decida di pescare proprio li, scatenando - questo e' certo - l'ira funesta della "ditta". Già si parla di governo, infatti, e chi ha preso più voti - inutile nasconderlo - l'ambizione ce l'ha. Come anche chi ha trainato il consenso alle cosiddette altre due liste del PD, quelle contraffatte, però. Pedigree o no?
Ma c'è da superare ancora lo scoglio dei circa 3000 delle sagre del programma. Per l'esecutivo, dice Emiliano, la palla passa anche da li.
Vedremo.
A proposito di donne. Michaela Di Donna, non ce l'ha fatta, e' arrivata seconda ed il consigliere Gatta non la manda a dire: "ora il Sindaco di Foggia potrà tornare a fare il Sindaco". Già, ma l'attendono una catasta di guai.
Restiamo nel centro-destra frantumato. Con la sua lista, Raffaele Fitto non riesce a fare la scarpe a Forza Italia, seppur per circa un punto e mezzo. E, di questo, Vitali deve dire grazie proprio alla provincia di Foggia, altrimenti l'asticella del 10% sarebbe rimasta una chimera.
I figli d'arte. Non ce l'ha fatta Gigi, figlio di Cecchino Damone, ce l'ha fatta Napoleone, figlio di Angelo Cera, sindaco e parlamentare. Ora in famiglia c'è anche la Regione. Come dire...siamo sempre sul punto.
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