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Controverso

Che forte, la sagra della politica. E io che al Capitol ero andata per vedere Bulldozer

Che forte, la sagra della politica. E io che al Capitol ero andata per vedere Bulldozer

Vabbe'‪,‬ che sagra è se non ci sono le luminarie? Si, ma che luminarie. Venerdì le foto giravano su Twitter, in attesa di..., già ormai usa così ...aspettando!!! Ma non è babbo natale, e poi siamo quasi a Pasqua. Oddio, anzi mado', per rimanere nello slang da sagra, mi sono detta. Brutte, brutte, brutte. Vabbe' le luminarie, ma qualcosa di meno già visto, anzi da decenni già visto. Un piccolo sforzo di fantasia lo si poteva fare, almeno qualcosa di meno datato. Però, sai, fa sagra, paese. Va bene, avanti così.
Archiviate le luminarie, so che dovrei elevare un po' il livello della narrazione ma ho deciso che no, proprio no, questa volta non voglio farlo, acquisita l'agognata iscrizione ai tavoli (ho fatto tutto in fretta sin da martedì, quindi nessun favore, nessuna imbucata (poi perché i "portoghesi" non lo so), arrivo fiduciosa al Capitol. Da piccola, ma proprio piccola, vedevo i film di Bud Spencer e Terence Hill, oggi sapevo che di scazzottate niente, proprio niente. Chi era lì era per lui (bah, l'aspetto di Bud però c'è, alto e grosso com'è) ma niente pugni, già lo so. Primo step. All'ingresso, nome e cognome. Secondo passaggio. iPad alla mano mostro il mio codice, si si sono proprio io, mi sono iscritta. Tutto in regola. Cartoncino con nome ma per collana una vera e propria corda. Che faccio? Struscia, striscia sul collo. Graffia, ma ormai sono entrata nel ruolo. Sono alla sagra. Ma non è che ho sbagliato e inconsapevolmente sono al reality "la fattoria"? Il dubbio è sciolto. Basta uno sguardo in giro. Candidati o presunti tali, amici degli amici, compagni, quelli veri pochi, tanti volenterosi che non vogliono acciuffare nel fango il maiale, ma vogliono dire cosa pensano, come la vedono, per costruire il programma. Tanti totem in giro con tanti titoli "città, energie, comunicazione, imprenditoria, sanità" e devo ancora decidere. Istinto o follia? Particolare irrilevante. Mi voglio occupare di quel che non so (i tuttologi non mi sono mai piaciuti!) comunque non dirò a che tavolo mi sono appassionata (ma lo sapete, le foto sono in ogni dove). Bla bla bla, bla bla bla, e mi scuso con i miei "compagni di viaggio", vision, strategia, idea-azione. Ci impegniamo, lavoriamo sodo, siamo davvero coinvolti. Suona la campana. La sessione mattutina si chiude. Ora c'è davvero la sagra. Si magna (direbbero a Roma). C'è un gran da fare, orecchiette, agnello, panini, pettole (dajje non è Natale), verdure alla griglia...si ma chi cucina, il nostro Cracco dov'è? Shock!!! Ladisa da Bari. Ohhhh, ma siamo a Foggia! E l'identità, il nostro essere la terra dell'agricoltura, dell'agroalimentare? Boh! Intanto si parla della #pizzaUnesco. Ma Ladisa sempre barese è. Mi rassegno. 'Sti baresiiii. Un caffè, un ammazza caffè e si torna al lavoro. Stesso tavolo, stesso giro, no c'è una new entry. Ed ancora bla bla bla. Intanto si avvicina la folla delle grandi occasioni. Tutti aspettano Bud, pardon Emiliano. Per sintesi. Ogni tavolo pone una domanda al candidato. Ma risponderà? Il nostro lavoro sarà il canovaccio su cui costruire questo benedetto programma (come se si votasse per i contenuti e non per le simpatie politiche, ideologiche, insomma chi di qua chi di là). I tavoli (ma non ci sono mai stati, solo sedie in circolo) si smontano. Le sedie tornano al loro posto, in bella fila di fronte al palco (ma erano più comode le poltrone del cinema di tanti anni fa). Arriva lui. Afferra il microfono. Bla bla bla (ho promesso che non parlerò di politica e non sarò seria). Intanto c'è chi distribuisce una sagoma di Puglia con una chiave, intonsa. Nessuna scanalatura. A che servirà? Ad aprire la porta della Regione. Già ma dovrei trovare la porta! Ma questa porta la sto cercando o, come si dice, chissenefrega, anche no? Una domanda? Dalla sagra si passa al "caccia al tesoro"? Boh! non ci voglio pensare. Il bla bla bla svanisce. Tutti liberi. Si torna a casa. Cerco di mettere in ordine le idee, e penso a quel che vorrei o dovrei scrivere senza vergognarmi per tornare, la prossima settimana, in me, quella che vuol fare la seriosa. Presuntuosa! Ma oggi è così, una sagra merita un racconto da sagra. Ci sono riuscita? Chissà! Tornerò in me. Ma al Capitol potrò rivedere Bud, Spencer però, non certo Emiliano? Questo il punto. Ma la vera domanda è: contro chi si candida? Squilla il telefono. Un'amica mi chiede: sei andata alla festa dei bambini? Si, rispondo. Ma era venerdì, non sabato il compleanno di Simone. Questi bambini, al Capitol, dove li ha visti?

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Daniela Eronia

Daniela Eronia

Di me hanno detto che sono stata una giornalista molto scomoda, poi un'imprenditrice troppo intraprendente. È così: quando una donna si dedica con passione alla città che ama, per renderla migliore, finisce con il creare inquietudini. Per aggiungerne qualcuna in più, torno a scrivere, nel solito mondo. A volte sarà irriverente, altre dissacrante. Sicuramente "controverso". Comunque, se vi fa piacere deciderete voi.

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