IL MATTINO
I pensieri dell'Altrove
19.10.2014 - 10:26
Certi giorni dovremmo farci dei regali. Parlo di quei giorni disegnati da una parabola discendente, avvilita da un disamore e da una negligenza che ti trascinano. Dovremmo farci piccole donazioni, evitare le mediocrità, individuare gli aiuti, ricucire con estrema delicatezza orli scuciti, ma con cura antica, come fosse un ricamo da regalare solo agli sguardi onesti e sensibili. Intervenire su terreni franosi e rinforzarli, riparare con le contentezze dimenticate le ore lunghe dei pensieri acuti, scendere nella frivolezza piuttosto che salire nelle riflessioni, cedere alle dimenticanze alcuni errori scomodi, sorprendersi e gioire di una bella telefonata. La narrazione di questi giorni, con i piccoli regali, può cambiare umore, si può fortificare, e se interrompiamo gli omaggi consueti e abitudinari a quella incomunicabilità con noi stessi e con il prossimo é probabile che l'esercizio ci faccia sentire meno solitari ed appartati nelle tristezze. Allontanarsi dai punti di partenza che riteniamo complicati, perché per una volta si può deviare; non avere sempre aspettative alte, non siamo per niente perfetti e se pure ritenessimo di esserlo non ce lo riconosce nessuno, abbandonare le braccia, non è obbligatorio tenderle sempre verso gli altri, è una cosa così sorprendente chiedere che possa accadere il contrario? Intrecciamo un sostanzioso senso di autocompiacimento per quella cosa giusta che possiamo aver detto assieme alla gratificazione che per quello che abbiamo detto ci sono persone che ci cercano, ci coinvolgono, ci fanno entrare nelle loro paure e nei loro sentimenti. Prendiamoci il tempo che resta di questi giorni cercando di fidarci dell'imprevisto, dell'intuito un po' folle, divorziamo dalla pazienza. Facciamoci il regalo di essere sfacciati, o quello della presunzione di essere intelligenti, di non sapere cos'è il bisogno, l'urgenza, la necessità, e di scordare le facce dei brutti ricordi. Certi giorni dovrebbero essere dedicati al nostro invisibile compresso, alle nostre intemperanze, alla ricerca di una parola che abbiamo scordato, ad un odore che ci protegga i ricordi. Certi giorni non sono solo tempo che passa, sono un significato dolente. Avremo nuove notti, e questi certi giorni diventeranno tanti ieri qualunque, confusi in quella zavorra che si chiama destino e sistemati in quell’attesa sempre uguale che ci porterà a domani.
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