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I pensieri dell'Altrove

Il mondo? Io lo prendo a gocce

viaggiare

Ho tempi mediamente lunghi di adattamento. Quando mi trovo in un luogo nuovo mi arrivano da subito le sensazioni, gli odori, le atmosfere, ne peso le densità, ma prima di sentirmi a posto e integrata mi occorre tempo. Ho incapacità a mettere il mio corpo a suo agio, mi mancano le coordinate dell'aria, devo capire se quel luogo può essere rotondo o è pieno di spigoli, che  insetti ci sono, qual è l'odore preminente degli indigeni, che freddo può fare. Ho sempre avuto minori difficoltà ad avere a che fare con le persone, con l'umanità me la cavo meglio, a volte mi è stato sufficiente un movimento di un braccio o un passo guardato da dietro, un sorriso  degli occhi, un tono di voce, e molto agevolmente mi è arrivata l'idea o la percezione del carattere di chi avevo dinanzi. Quando conosco persone nuove sono come illuminata da mille input che cerco di decodificare, non ho mai avuto imbarazzi, forse ne creo, ma ho una agilità comportamentale e mentale che mi proteggono dalla timidezza e mi spingono alla conoscenza e alla curiosità. A giorni farò un viaggio, impegnativo e con molte ore di fuso diverso in mezzo. All'arrivo, non saremo arrivati, poiché altri aerei e altri luoghi ancora ci aspetteranno, e mentre alcuni del gruppo sentono già nelle bermuda l'Avventura come Indiana Jones, io in fondo in fondo mi sento una provincialotta, sempliciotta cagasotto nel pensare che avremo molte pellicole e molte trame sconosciute da girare e con le quali familiarizzare. Visitare il mondo mi attrae, ma è come se lo volessi prendere a dosi omeopatiche, tanto viaggio e tanto lontano mi dà un senso iniziale di onnipotenza, quella di chi 'basta prendere un aereo e sei dall'altra parte del mondo', subito dopo ho però una leggera vertigine, capisci che il campionario ambientale ed umano ha contenuti così pesanti che forse non ce la farò a registrare tutto, a restare abbastanza sveglia da capire tutto, a non stancarmi ad avere gli occhi emozionati dinanzi a qualcosa o a qualcuno di inaspettato e completamente sorprendente. Il mio dis-adattamento farà la sua parte alla grande, avrà tanto cibo, tanto più grande quanto grande sarà il cammino, lo so. E sarà tutto veramente fantastico, so anche questo. Soprattutto quando capirò dove sono stata solo quando, da lì, sarò già abbondantemente tornata. (P.s. Ci risentiamo fra un po' )

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Mariantonietta Ippolito

Mariantonietta Ippolito

Il pensiero è la forma più inviolabile e libera che un individuo possa avere. Il pensiero è espressione di verità, di crudezza, di amore. Quando il pensiero diventa parola il rischio della contaminazione della sua autenticità è alto. La scrittura, invece, lo assottiglia, ma non lo violenta. Io amo la scrittura, quella asciutta, un po’ spigolosa, quella che va per sottrazioni e non per addizioni. Quella che mi rappresenta e mi assomiglia, quella che proverò a proporre qui. Dal mondo di “Kabul” al vasto mondo dei pensieri dell’”altrove”.

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