IL MATTINO
I pensieri dell'Altrove
10.11.2013 - 12:10
Arrivano senza fretta, o hanno la corsa nei minuti. Li vedi scritti nell'oroscopo settimanale: previsioni favorevoli per i segni d'aria, ma solo perché stavolta ci tocca la turnazione astrale; a volte te lo leggono negli occhi gli amici che ti conoscono meglio, a volte l'aiutino te lo dà il cuore, che, senza patologie diagnosticate, dà indecifrabili messaggi di anarchia ritmica. Arrivano come le scie chimiche, cioè silenziose, visibili ma inafferrabili. Hanno travestimenti complicati, oppure no, sono di una semplicità dirompente; dovrebbero essere, per definizione, tutti portatori sani di felicità, di ricchezza dell'anima, di sazietà del cuore. Prendono le mani, le viscere, la testa, le nostre intimità, i nostri segreti, li ripongono in una bolla di delirio buono, come una giovanile ubriacatura, e poi.. e poi sarà la storia a decretarne l'immortalità o la vacuità più scadente. Si trovano ovunque, in ogni latitudine e in ogni punto cardinale, in una grande città o in un buco di stanza, in un giorno di inverno nero o in una luce estiva che ti abbaglia gli occhi. Li conosciamo tutti, li abbiamo frequentati, qualcuno ne ha paura (ne ha già avuto uno che lo ha schiattato) qualcuno li evita (fa parte di quelli che "devo sempre avere il controllo di me"), qualcuno ne ha solo un labile ricordo, ma più per dispetto che per vera dimenticanza. Ci regalano lo sballo dell'illusione del potere, dell'invulnerabilità, una specie di schermatura fitta che i vestiti se li mangia, e infatti spesso sembra che si cammini con il corpo nudo, fiero e primitivo, selvatico ed essenziale, senza i fronzoli superflui del pudore di maniera, senza la vergogna della nudità non scandalosa, ma con la superbia e la forza naturale di un guerriero antico e leale. Gli innamoramenti sono così, sono una allucinazione temporanea ed una scoperta inconsapevole della tridimensionalità di un mondo che poco prima girava piatto intorno a te. Dicono che siano un autentico pericolo per la cosiddetta 'stabilità psicologica', seminano germi di follia, virus di esaltazioni che ti fanno: parlare/pensare/volare/sognare/gioire/lavorare/leggere/conteggiare… tutto insieme, in una unica operazione contestuale. Ti fanno dimagrire, ti fanno diventare un poeta (e ci credi), ti fanno sparire i brufoli dalla pelle, al posto delle umanissime spalle ti senti arieggiare da due paia di soprannaturali ali, acquisti la capacità di mangiafuoco di sputare scintille senza farti ustionare le gengive, insomma, senti la vita che pulsa e che urla alla vita la sua appassionante appartenenza. Negli innamoramenti non ti servono approvazioni, te le dai da solo, non devi truccarti, sei bella/o come sei, anzi di più, e la cosa straordinaria è che senti la rotazione terrestra accelerata, ma per te ha preso finalmente il senso buono. Il valore più grande di questo stato transitorio è che veramente, secondo me, sei finalmente te stesso: allucinato e lucido, pudico e svergognato, potente e perso, timoroso e seduttivo, spietato e "cucciolotto dududù dadadà", cinico ed infrollito, invisibile al mondo ma stella supernova per il tuo microcosmo. Questo è l'innamoramento. Quando se ne andrà, lascerà piaghe senza unguenti efficaci o ricordi pieni di mani e consolazioni durature. Quando invece resiste dovrà, prima o poi, fare i conti con l'amore e lì, lì si sposta il registro. Ci si chiederà di cambiare, di dividere e di condividere, di capire e unire, di vestirci e di crescere, di costruire e di fermarsi, di adeguarci e patteggiare. Soprattutto, di non sentirci più esseri unici, insostituibili, e di imparare seriamente ad avere molta cura, e non più solo di noi stessi. Ma, a quel punto, sarà tutta un'altra complicatissima, umanissima storia.
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