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I bancari son gente come noi? Ma va...

I bancari son gente come noi? Ma va...
Come avrete avuto modo di constatare, l'ultimo giorno di ottobre diverse banche erano chiuse o a "mezzo servizio" per lo sciopero dei bancari. Lamentano la risoluzione, con 10 mesi di anticipo, del contratto di lavoro da parte dell'ABI, l'associazione che riunisce i padroni delle banche e, per ingraziarsi le simpatie della gente comune, dicono di essere ugualmente vittime di quel sistema creditizio che, con la scusa della crisi, «non si preoccupa di dedicare attenzione all'economia reale, alle imprese, alle famiglie» (leggo da un comunicato unitario dei sindacati di Foggia). Finiscono, poi, col puntare il dito contro i propri dirigenti/manager che, leggo sempre dalla nota sindacale, «lungi dall'elaborare delle soluzioni in grado di far crescere i ricavi, vede crescere in misura esorbitante i propri stipendi, bonus e liquidazioni, nello stesso tempo in cui chiede sacrifici ai propri dipendenti». Insomma, i bancari ora scoprono di essere gente normale, come noi. Ma così non è, ed è la ragione per cui non condivido la battaglia ideologica dietro cui nascondono le loro seppur comprensibili rivendicazioni contrattuali. Perché, quando si arroccano dietro i loro sportelli, raramente si preoccupano di dedicare attenzione alle esigenze reali delle imprese e delle famiglie, giustificando la logica algebrica dei loro comportamenti con il volere inflessibile di ascuse, impersonali, entità centrali superiori. Perché, quando sono algidamente ancorati ai braccioli delle poltroncine che giostrano dietro le loro ampie scrivanie, i bancari non hanno alcuna considerazione della tua ventennale, ben conosciuta, storia di cliente irreprensibile, se devono chiederti di rientrate anche di un solo euro dal momentaneo sconfinamento del tuo conto. Perché, pur conoscendo bene da anni la tua immacolata fedina commerciale, se chiedi loro di pazientare due giorni per pagare un assegno in scadenza fanno spallucce e ti indirizzano presso il notaio a cui ricorrere per evitare il protesto. Perché, pur essendoti dimostrato un cliente generoso nell'alimentare il conto corrente che gestiscono a tuo nome, quando sono chiamati a darti fiducia creditizia, anche minima, per accompagnare il tuo slancio imprenditoriale o le tue esigenze familiari, i bancari ti guardano con la commiserazione che si riserva ad un senza fissa dimora. L'elenco dei perché sarebbe lungo, ma a me basta per dire che, no, i bancari non possono farci credere di essere gente normale, come noi.

 

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  • angelab

    17 Febbraio 2014 - 14:25

    Dott. Blasotta, non parli della Banca del Monte di Foggia, Banca strutturata e basata sulle amicizie, se conosci hai accesso al credito, altrimenti te ne puoi stare a casa, Foggia al livello bancario era abituata all'assistenzialismo, alle mazzette, ora basta finalmente il merito creditizio sta prendendo piede anche qui e che finalmente chiuderanno le aziende che avevano conti correnti in scoperto in 3/4 banche, ora anche loro inizieranno a lavorare con correttezza e soprattutto con bilanci e dichiarazioni veritiere, prima se avevi una buona movimentazione bancaria, indipendentemente dalla dichiarazione dei redditi ti accordavano lo scoperto, oggi, finalmente no, gli impiegati di banca sono stati dei Signori a non denunciare il marciume che si vedeva in questa realtà corrotta, il 31/10 la banca presso cui lavoravo fu venduta da Morgan Stanley, a nostra insaputa, e siamo stati coinvolti da un vortice senza poter esprimere nulla, ecco chi sono i bancari, soggetti che oggi subiscono.

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  • angelab

    17 Febbraio 2014 - 14:18

    Non è corretto quello che Voi dite: ci sono bancari e banchieri, noi bancari se ci dicono di far rientrare un cliente ce lo dicono dalla direzione, non è nostra volontà o nel nostro potere poter attendere che il cliente rientri dopo x giorni, e per sua conoscenza ci sono colleghi che hanno fatto schifo in banca appropriandosi di soldi dei clienti,e a Foggia il merito creditizio era in mano alle "amicizie", si ricordi il caso degli anni 90 presso il Credito Italiano di Corso Garibaldi che non finanziava se non passavi da un certo commerciante! infatti scoppio il caso e furono arrestati direttore e complice, oggi finalmente si è accrentrato il tutto con beneficio del cliente modello, se sei in regola e non hai conoscenze il mutuo passa,idem il prestito, ma a parte ciò iò la invito a visionare il blog del Fonspa, una banca che ha oltre 100 anni e 90 dipendente, tra cui la sottoscritta, grazie alla legge 223 si trovano a cercare lavoro...., perchè anche noi siamo licenziabili.

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  • Eazeazeaz

    09 Novembre 2013 - 16:39

    ... Editoriale da qualunquista ed incompetente. Scriva di altro visto che ignora la materia.

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    • Antonio Blasotta

      10 Novembre 2013 - 13:04

      Gentilissimo E Z (che brutto, però, nascondere la propria identità dietro una vocale e una consonante: mi fa venire in mente quei paraventi burocratici dietro cui certi bancari nascondono le proprie responsabilità), ha ragione: sono un qualunquista e un incompetente. Sono un qualunquista, perché difendo le tantissime persone qualunque che ogni giorno battono la testa contro il vetro blindato della ragioneria in doppiopetto che ha ridotto i clienti a numero di conto corrente. Sono ignorante, quindi incompetente, del recinto di regole di un sistema creditizio che ha, difatti, costretto nel proprio tristissimo perimetro anche la libertà di azione dei bancari: un tempo uomini che ti guardavano negli occhi, senza abbassarli; che ti stringevano una mano per guidarti, non per ritirarsela. Potrei farle esempi numerosi, a cominciare dal direttore all'usciere della gloriosa Banca del Monte svenduta da politici e affaristi foggiani (ma, questa è un'altra storia di cui, le assicuro, saprò scrivere con approfondita conoscenza e, quindi, molta competenza). Concludo, da notaio delle vicende qualunque, facendole una domanda? Se le imprese falliscono per mancanza di respiro nei propri affari (nonostante il ripetuto, inascoltato, appello del nostro Presidente della Repubblica agli istituti di credito); se le famiglie vengono rispettate in ragione direttamente proporzionale alla conguità del proprio conto corrente, le banche, cioè coloro che ci lavorano, non hanno proprio nulla da rimproverarsi?

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Antonio Blasotta

Antonio Blasotta

Alla passione per la scrittura e la comunicazione ho dedicato il mio tempo, senza mai risparmiarmi. Così, da quando avevo 15 anni, ho scritto per diversi giornali (Puglia, La Gazzetta del Mezzogiorno, il Roma), ho diretto la prima tv di Foggia, Teleradioerre; ed ho finito con il fondare la Casa Editrice "Il Castello", che, oltre ad editare diversi libri, pubblica "Il Mattino di Foggia". Divido la mia vita tra la passione editoriale e quella per la formazione relazionale e direzionale, essendo Master Trainer con licenza USA di PNL.

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