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I pensieri dell'Altrove

Il viaggio dell'ascolto

Si  pratica poco, si evita molto. Perché ci vuole attenzione, tempo, condivisione, comprensione. Tutte le relazioni umane sono un regalo che facciamo alla nostra vita

Il viaggio dell'ascolto

Le relazioni non hanno etichette standard, ci sono quelle professionali, affettive, familiari, quelle spogliate e nude da ogni verità, quelle in cui la passione ferisce la pelle e ustiona il cuore, quelle in cui il silenzio è l'unico elemento che, paradossalmente, sostiene la comunicazione...

L'ascolto. Si  pratica poco, si evita molto. Perché ci vuole attenzione, tempo, condivisione, comprensione.Tutte le relazioni umane sono un regalo che facciamo alla nostra vita, potremmo certamente e consapevolmente optare per la solitudine, spostarci di sguincio nella asocialità, privilegiare la misantropia, ma, appunto, sarebbero decisioni o scelte. Diversamente, ci rapportiamo con gli altri tutti i giorni, in condizioni  più o meno pacifiche, più o meno conflittuali. Spesso registriamo e subiamo una rotta di collisione, soprattutto con gli uomini e le donne che gravitano in circonferenze più strette intorno alla nostra vita ed ai nostri sentimenti. Le relazioni non hanno etichette standard, ci sono quelle professionali, affettive, familiari, quelle spogliate e nude da ogni verità, quelle in cui la passione ferisce la pelle e ustiona il cuore, quelle in cui il silenzio è l'unico elemento che, paradossalmente, sostiene la comunicazione, quelle in cui  l'intimità e la conoscenza nutrono le giornate e le anime, quelle in cui l'insolenza e la prevaricazione ti fanno sentire una cavia da laboratorio per testare su te stesso il peso dell'indulgenza, della pazienza, della saggezza. Nelle relazioni ci sono elementi esteriori e visibili, come i comportamenti,i gesti, gli sguardi, e poi quelli che 'si sentono'. E cioè 'senti' se c'è la simpatia, la curiosità, la benevolenza, la lealtà. Oppure l'indifferenza, la noia, il disinteresse, la truffa, la distanza. Tutto questo perché siamo (quasi)  tutti dotati di sensori che ci danno informazioni, anche spiacevoli e anche non richieste. Così, a me per esempio, capita spesso di parlare, ma di avere la chirurgica e precisa percezione di non essere ascoltata. Lo vedi da un occhio distratto e fuori fuoco, da un viso che è di fronte a te, ma sta facendo visita ad un quadro di natura morta, da un movimento del mento che si abbassa per mostrare interesse, ma che dimostra fuga del pensiero, da una espirazione del naso che sa di fastidiosa noia. L'ascolto vero, autentico e solidale è una non frequente attitudine, è una vocazione, una promessa di fusione umana, un naufragio scampato, una solitudine divisa a metà, una tristezza che vedi commutarsi in un abbraccio che pare arrivare da un altrove lontano ma che riconosci subito come familiare. A me piace ascoltare e cerco, senza troppa fatica, di "farmi appartenere" al racconto di chi mi parla. Quando questo succede, quasi sempre, sento la vicinanza dei corpi, la similitudine delle umane tragedie, la condivisione di ingressi intimi e segreti che ti fanno sentire il respiro dei pensieri e la carezza delle mani che pure non si toccano. Nell'ascolto vero, non distratto da noi stessi, diventiamo militanti portatori di pace e di consolazione, saniamo fratture procurate dai silenzi che, come un nastro adesivo, hanno reso asfittiche le parole, restituiamo agli occhi la commozione, alle braccia la forza di sostenerci nel mondo. Un ascolto, non solo di voce, è il viaggio illuminato dai pezzi, lasciati a te, dei bisogni altrui. Io ti parlo, tu racconti. Io ti ascolto, tu mi senti. Io ti vedo, tu mi guardi. Io ci sono, tu mi cerchi.Tu mi trovi, io ti abbraccio.

 

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Mariantonietta Ippolito

Mariantonietta Ippolito

Il pensiero è la forma più inviolabile e libera che un individuo possa avere. Il pensiero è espressione di verità, di crudezza, di amore. Quando il pensiero diventa parola il rischio della contaminazione della sua autenticità è alto. La scrittura, invece, lo assottiglia, ma non lo violenta. Io amo la scrittura, quella asciutta, un po’ spigolosa, quella che va per sottrazioni e non per addizioni. Quella che mi rappresenta e mi assomiglia, quella che proverò a proporre qui. Dal mondo di “Kabul” al vasto mondo dei pensieri dell’”altrove”.

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