IL MATTINO
07.09.2013 - 09:48
Per quanto sia bella o la si possa ritenere tale, una donna che puzza ti fa specie e, dopo un po’, diventa intollerabile. Così è per una città: puoi amarla quanto vuoi, riscoprirla bella per ogni occasione, ma se anche in abito da sera e con intrigante guêpière ti si offre nauseabonda, il concerto dei sensi si risolve ben presto in un cortocircuito emotivo. Ecco: questo è divenuta Foggia. Hai voglia a rianimarla con artisti di strada che per quattro giorni ti danno la sensazione straordinaria di esserti perso tra i vicoli parigini di Montmartre, se poi a sera ti giri e ti rigiri tra asfissianti ondate maleodoranti. Hai lena a farla sfilare sulle finalissime passerelle di Miss Italia, e regalarti l’illusione di una serata salsomaggiorese o sanremese che dir si voglia, se l’olezzo che ti inebria la mente non è proprio quello delle folate di bellezza che incorniciano il Teatro Giordano. E, infine, che passino pure le interminabili nottate di calura dietro le finestre chiuse ai venti del vomito, ma risvegliarsi nel mattino settembrino, quando l’aria dovrebbe pungerti le narici di fragranze fiorite di buoni propositi, con la puzza di merda, beh questo ora è troppo. Perché ad essere intollerabile è diventato soprattutto l’atteggiamento dei cagasotto che dovrebbero porvi rimedio. Ad iniziare da quelli dell’ARPA (l’Agenzia Regionale perla Prevenzione e la protezione dell’Ambiente) che, chiamati ad indagare la causa del cattivo odore che stringe la città, dicono e non dicono: fanno intendere che la puzza potrebbe provenire dalla trasformazione dei 24 mila metri cubici di massa bioattiva che hanno rilevato alla Bio Ecoagrim di Lucera, ma si riservano «successiva valutazione sulla correlazione tra le molestie olfattive segnalate dai cittadini di Lucera e Foggia e quanto riscontrato…». Che vuol dire? Tutto e niente, vuol dire. Vuol dire che, siccome le lamentele della gente stanno giustamente esondando nei palazzi del potere amministrativo, l’Arpa, chiamata in causa, ha dovuto pur dire qualcosa per tentare di silenziare i malumori; ma ha peggiorato la situazione perché è impensabile prenderci per i fondelli con le mezze verità che inquietano senza risolvere: meglio stare zitti, quando non si ha nulla di concreto da dire. Ma, tant’è: la puzza dei cagasotto, di quelli che sbraitano senza concludere, che proclamano senza risolvere, come ve ne sono tanti in questa città, è maggiormente intollerabile delle notti chiuse in casa ad attendere pazientemente di spalancare le finestre del mattino ad un’aria nuova.
edizione digitale
Il Mattino di foggia