IL MATTINO
Il focus
19.03.2023 - 09:52
Merito del giovane e dinamico presidente di Confindustria Brindisi, Gabriele Menotti Lippolis, che è riuscito a far incontrare il ministro Raffaele Fitto e il presidente Michele Emiliano, con la "benedizione" del numero uno degli imprenditori italiani Carlo Bonomi.
Un "miracolo" di numeri, non di chiacchiere: dal giorno del suo mandato, Lippolis ha attirato 71 nuove imprese che occupano 800 dipendenti, alla guida di un'associazione che vanta, tra l'altro, 15 multinazionali, di cui 6 partecipate di Stato, che con il loro giro d'affari di 3,5miliardi di euro fanno di Brindisi il motore dello sviluppo della Regione. “Come Confindustria Brindisi guardiamo al futuro consapevoli che si stanno generando per il territorio opportunità che da tempo non si profilavano. Il totale degli investimenti di alcuni nostri associati previsti per l’area di Brindisi, sono di 3 miliardi di euro, purchè gli iter autorizzativi siano completati in tempi ragionevoli.", dice Menotti Lippolis. Per il quale il futuro è già adesso. «Nel 2023 avrà inizio, ad esempio, la costruzione del deposito di gnl di Edison, così come si insedierà la fabbrica di pale eoliche innovative di Act Blade. Due investimenti che vanno nel solco della transizione ecologica e che confermano come questo territorio rappresenti un osservatorio privilegiato su quanto sta accadendo nel mondo. Mi sento di rivolgere un appello agli amici imprenditori: è l’ora di investire in questo territorio. Esistono tutte le condizioni per fare impresa al Sud e in Puglia, tra crediti d’imposta Zes, decontribuzione e agevolazioni di Puglia Sviluppo. E ancora, misure come Resto al Sud, fondi europei, Pnrr. Il 2023 dovrà essere per Brindisi l’anno in cui si porranno concretamente le basi per lo sviluppo. Penso al nuovo Piano regolatore portuale, all’avvio dei lavori per le infrastrutture portuali, al decollo effettivo delle Zes e all’attesa riperimetrazione dell’area Sin».
Molto del futuro di Brindisi passa dal suo porto...
«Come ripetuto più volte: il destino di Brindisi è stato e sarà legato a doppio filo al suo porto. Grazie ai fondi del Pnrr verranno realizzate importantissime opere – quali la vasca di colmata, i nuovi accosti di Sant’Apollinare ed il completamento del banchinamento di Capo Bianco - per infrastrutturare adeguatamente uno dei porti più importanti del Mediterraneo. Finalmente si sta lavorando per sfruttare al massimo un porto ed un retroporto unici per spazi e per centralità geografica. Oltre alle opere finanziate, nuovo impulso verrà poi dall’adozione di un nuovo Piano regolatore portuale al passo con i tempi, che consentirà di aprire la strada, ad esempio, ad importanti investimenti nel campo della cantieristica navale e della logistica. Il tutto con un’attenzione all’ambiente dimostrata dai progetti per l’elettrificazione delle banchine e dalla costruzione di depositi di carburanti di transizione, che in un futuro prossimo potranno stoccare anche bio-carburanti. Vi è da segnalare, poi, la corsa ad investire che sta generando la zona franca doganale di Capo Bianco, sulla quale c’è l’interesse anche di un grosso gruppo imprenditoriale che vorrebbe realizzare in quell’area traghetti green, garantendo lavoro a centinaia di persone. Ma anche dalla zona franca doganale di Enel ci aspettiamo tanto. Ed a proposito di Enel, è previsto ad esempio l’insediamento di un’azienda che realizzerà moduli fotovoltaici tramite il riciclo di materiali plastici, i quali verranno utilizzati presso la giga-factory di Catania».
L’industria rappresenta storicamente e ancora oggi un settore trainante per Brindisi...
«Nonostante si senta forte l’esigenza di attrarre nuove aziende, Brindisi può tuttavia già vantare un comparto industriale di primo livello. Qui insistono infatti 15 multinazionali, di cui 4 partecipate dallo Stato, che fanno di Brindisi il motore dello sviluppo della Regione. Il valore della produzione dei siti locali delle 20 maggiori aziende ha raggiunto, secondo una stima prudenziale, i 3,5 miliardi di euro, con 7.000 dipendenti. A questi bisogna poi aggiungere i ricavi contabilizzati da un folto gruppo di Pmi di sub e co-fornitura operanti in loco. Confindustria Brindisi, in totale, conta circa 300 associate con 12 sezioni, per un ammontare complessivo di quasi 12.000 dipendenti. Questi numeri fanno di Brindisi una città a trazione industriale di rilievo internazionale. Brindisi deve conservare e consolidare il ruolo di piattaforma industriale avanzata, arricchendosi di nuovi stabilimenti non solo in filiera con i settori già esistenti ma raccordati a trasformazioni agroalimentari, a produzioni di tecnologie per migliorare la sostenibilità ambientale, alla nautica da diporto, a tecnologie per le energie rinnovabili, a produzioni di hotellerie. Come disse qualcuno: a Brindisi si può fare tutto, tranne sciare. Ecco, Brindisi, con la sua provincia, rappresenta un complesso, articolato, incredibile micro-cosmo, un insieme di costellazioni produttive – come rappresentato dalla locandina dell’evento - capace di guidare i processi di cambiamento nel mondo, di alimentare e illuminare il Mezzogiorno, l’Italia ed il Mediterraneo. Sta a tutti noi, con l’aiuto delle istituzioni regionali e statali, farla brillare sempre di più. Come merita. Come è nell’interesse della Puglia e dell’Italia».
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