IL MATTINO
L'operazione
07.02.2023 - 11:56
Il nome 'Caronte', dato all'indagine, deriva dall'obolo che i braccianti, quasi tutti abitanti nella baraccopoli di Borgo Mezzanone, erano costretti a pagare per essere accompagnati "nell'inferno dei campi ardenti a bordo di automezzi fatiscenti e illecitamente modificati per consentire l'alloggiamento di un numero superiore di persone".
I militari hanno inoltre disposto il sequestro preventivo delle sedi operative, dei beni mobili e immobili, e l'assoggettamento al controllo giudiziario di due aziende agricole (il cui fatturato annuo raggiunge circa i 10 milioni di euro), riconducibili ad alcuni dei soggetti destinatari della misura cautelare. Le indagini, coordinate dalla Procura di Foggia, si sono avvalse dell'ausilio di personale dell'Oim-Organizzazione internazionale per la Migrazioni, e del progetto 'Supreme1' che ha messo a disposizione un mediatore culturale. Per essere trasportati nei campi i braccianti che vivono nella baraccopoli di Borgo Mezzanone erano costretti a versare al 'caporale' che li reclutava e accompagnava 5 euro al giorno, una somma che - in accordo con i titolari delle aziende per cui lavoravano - veniva direttamente detratta dalla busta paga giornaliera. Durante le ore di lavoro erano controllati a vista, non potevano fare pause e venivano insultati. Inoltre i caporali pretendevano che ogni bracciante riempisse in otto ore almeno 56 cassette con i prodotti agricoli. E quando uno di loro non raggiungeva questo obiettivo il lavoro di tutti continuava. E' quanto emerso dall'indagine
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