IL MATTINO
L'appuntamento
22.11.2022 - 15:13
Il boxer romano, protagonista del docufilm sulla sua vita “Il Sioux del Ring” diretto da Riccardo Rabacchi, è stato recentemente insignito premio come “Best Leading Role” nel corso della 42° Edizione del Paladino d’Oro Sport Film Festival, svoltasi a Palermo assieme a Beppe Fiorello
” Una Gioia indescrivibile – mi ha detto Emanuele Blandamura – Di cinture ne ho vinte molte in carriera, ma un riconoscimento così importante non lo avevo mai ricevuto. Ma Il Paladino d’oro, il premio come miglior attore per il DocuFilm sulla mia vita “Emanuele Sioux Blandamura”, è qualcosa di speciale, che ti segna un’esistenza! Il premio non è solo mio, lo voglio condividere con tutte quelle persone che hanno sempre creduto in me, a partire dalla mia famiglia fino ad arrivare a chi ha reso tutto ciò possibile, il regista Riccardo Rabacchi di Image Hunters che ieri è salito con me sul palco! GRAZIE ed è un GRAZIE che estendo anche alla platea presente, compreso il sindaco Lagalla, ai votanti e a tutti i ragazzi che hanno fatto il tifo e gioito con me. Siete il mio carburante! Chiudo con una frase, un consiglio a giovani e non, a me cara: non smettete mai di credere nei vostri sogni, solo così potrete fare delle vostre vite il miglior capolavoro possibile” Insomma il nostro “Sioux” Blandamura vince anche nel mondo della cinematografia, ed un vero Paladino lo è , lo è sempre stato: sul ring per la sua correttezza, nella vita per il suo impegno nel sociale, come atleta per la sua serietà e costanza, che gli ha permesso superare enormi difficoltà per raggiungere i suoi traguardi. Come scrissi nella nostra intervista nell’aprile 2022, Emanuele Blandamura è un eclettico, lo è sempre stato, anche quando faceva il pugile di professione, poiché si allenava anche con metodi eterodossi tra cui la meditazione, il rilassamento con la musica e la lettura. Saggio ma allo stesso tempo gioviale e giovanile, ma la sua vita non è stata facile sin dall’infanzia. Ma è uno di quelli che può dire, ce l’ho fatta: ottimo pugile dilettante, da professionista è stato campione della Comunità Europea e poi Campione Europeo dei pesi medi: la categoria forse più prestigiosa della boxe, anche più di quella dei massimi. Blandamura ha anche tentato il mondiale Wba contro l’asso giapponese Murata, ha perso a testa alta. Può dire ho provato, ho tentato, non mi sono arreso. Bimbo vivace anzi come mi disse in una intervista “ facevo danni” pestifero sino a diventare un problema da allontanare da diverse scuole per la disperazione dei nonni paterni che lo hanno cresciuto a Roma: la lucana di Ferrandina Isabella Susanna e il maresciallo di Carabinieri riposto di Cerignola Felice Blandamura. La sua vita la descrive bene nel libro “Che Lotta è la Vita, edito dalla casa editrice Absolutely Free che ha scritto assieme al colto giornalista Dario Torromeo, un libro che ha avuto successo anche nel Regno Unito e dal quale è stato tratto questo docu-film.. Da potenziale bullo a allenatore che lavora in progetti anti bullismo a scuola, da ragazzo vivace e fumatore a pugile professionista e campione del Vecchio Continente, da bambino problematico a scuola ad allenatore educatore con un suo metodo di allenamento che cerca il potenziale in ogni persona, di qualunque età. Lo chiamavano il Sioux del ring, per la sua passione per la storia degli amerindi, anche il Sioux lucano per via delle sue origini: nato a Udine, cresciuto a Roma in una famiglia di pugliesi e lucani. Ora fa la spola tra Roma, New York ma quando può anche a Cerignola e Ferrandina, dove ha zii e cugini.. Blandamura non è un ex, il solito ex che guarda con nostalgia al passato, seppur recente: anzi guarda al futuro suo e degli altri, dei suoi ragazzi, amici, chiunque perché oltre alla velocità , Emanuele Blandamura ha sempre avuto un “Uno_Due” micidiale: una grande empatia abbinata a una immensa generosità.
edizione digitale
Il Mattino di foggia