IL MATTINO
L'operazione
11.11.2022 - 13:42
Nel corso dell'operazione, denominata 'Job&Pay' , e cui hanno preso parte anche carabinieri dell'11esimo reggimento Puglia, sono state sequestrate sedi operative e beni, per un valore di 3 milioni di euro, di quattro aziende agricole, come disposto dal Gip di Foggia che ha firmato le misure cautelari.
I tre arrestati, due trasferiti in carcere e uno sottoposto ai domiciliari, sono datori di lavoro agricolo che secondo gli investigatori erano coinvolti in un sistema di sfruttamento di manodopera, prevalentemente migranti di origine africana, reclutata nel 'ghetto di Rignano' da un caporale senegalese, che provvedeva anche al trasporto e alla sorveglianza dei braccianti ai quali venivano imposte condizioni lavorative massacranti e poco dignitose. L'indagine era stata avviata nell'ottobre 2020 dopo un incidente stradale che aveva coinvolto un furgone con a bordo 5 migranti sfruttati come operai gricoli. I reati contestati agli indagati sono intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, falsita' ideologica commessa dal privato in atto pubblico e truffa. I braccianti venivano impiegati in vari centir deella provincia di Foggia, in particolare nei territori di San Paolo Civitate, Lesina, Chieuti, Serracapriola, San Severo e Poggio Imperiale. Il caporale senegalese, che era normalmente assunto presso una delle aziende sequestrate, riusciva a sottrarre ai braccianti la somma 0,50 euro per ogni cassone di ortaggi raccolto e si faceva pagare 5 euro per trasportarli al lavoro. La paga dei migranti era a cottimo, fra i 3,70 e i 4 euro per ogni cassone di pomodori raccolto, e in alcuni casi oraria, di circa 4 euro, per 11 ore ore di lavoro al giorno 7 giorni su 7. Le aziende mettevano a disposizione dei lavoratori alcuni capannoni come dormitori, in assenza delle condizioni minime di abitabilita'.
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