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Il caso di cronaca

Foggia, minacciò i dipendenti per far votare il figlio: nei guai ex presidente di una coop. Lovecchio: "Gli stessi partiti che speculano sul Reddito di Cittadinanza»

Avvalendosi della sua carica sociale e del suo ruolo di datore di lavoro, l'uomo avrebbe minacciato le lavoratrici, prospettando loro un licenziamento e mancato rinnovo contrattuale, nel caso in cui non avessero votato per il proprio figlio, candidato alle elezioni del 2019

Sulla vicenda il commento del deputato foggiano dei 5 Stelle Giorgio Lovecchio: "Il voto è una cosa seria. È la prima espressione di libertà. Mi fa sorridere chi accomunava (in maniera faziosa) il reddito di cittadinanza, che esiste in tutta Europa, al voto di scambio e poi si ritrova tra le sue fila individui che rendono questo reato il cavallo di battaglia della propria campagna elettorale"

Costringeva i dipendenti a votare il figlio. Con questa accusa gli agenti della Digos di Foggia e della Polizia postale hanno eseguito una ordinanza applicativa della misura interdittiva del divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione e del divieto temporaneo di esercitare attivita' di impresa e di ricoprire uffici direttivi a carico di Ludovico Maffei, ex presidente di Astra, una cooperativa concessionaria di un appalto pubblico per la fornitura di servizi per gli asili nido comunali a Foggia. L'imprenditore e' accusato di violenza o minaccia a un pubblico ufficiale o a un incaricato di un pubblico servizio, violenza o minaccia per costringere a commettere un reato, istigazione alla corruzione, violenza privata, violenza o minaccia a un elettore. Le indagini dirette dalla procura di Foggia sono iniziate dopo un esposto di una persona che avrebbe riferito lo sfogo di alcune lavoratrici della societa' cooperativa circa il clima ricattatorio esistente. Avvalendosi della sua carica sociale e del suo ruolo di datore di lavoro, l'uomo avrebbe minacciato le lavoratrici, prospettando loro un licenziamento e mancato rinnovo contrattuale, nel caso in cui non avessero votato per il proprio figlio, candidato alle elezioni comunali del 2019. Nel 2020 sempre nell'ambito delle consultazioni elettorali, sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza nei confronti di 21 persone, per corruzione elettorale: in cambio di denaro o altro vantaggio, avrebbero espresso il proprio consenso elettorale in favore di un candidato, fornendo come prova del voto uno scatto fotografico effettuato all'interno della cabina elettorale. 

Sulla vicenda il commento del deputato foggiano dei 5 Stelle Giorgio Lovecchio: "Il voto è una cosa seria. È la prima espressione di libertà. L'ennesima vicenda che vede coinvolto un esponente politico che già era finito nel mirino della procura per un'inchiesta sul presunto pagamento di 40 euro per ogni voto ricevuto e 'notificato'. È ovvio che tutti, compreso il sottoscritto, attendano che la giustizia faccia il suo corso, ma la riflessione da fare deve essere seria e politica. Il voto di scambio è un reato, è contemplato nel codice penale. Chi lo attua o lo incentiva va punito duramente ed in maniera definitiva.  Mi fa sorridere chi accomunava (in maniera faziosa) il reddito di cittadinanza, che esiste in tutta Europa, al voto di scambio e poi si ritrova tra le sue fila individui che rendono questo reato il cavallo di battaglia della propria campagna elettorale"

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