IL MATTINO
L'operazione
22.11.2021 - 13:51
Il blitz e' stato messo a segno a Foggia, San Nicandro Garganico, Lucera e anche a Fano, nella provincia di Pesaro-Urbino. L'attivita', iniziata nel luglio del 2020 a pochi mesi dall'apertura della Sezione Operativa Dia di Foggia, ha permesso di documentare il 'persistente interesse' della criminalita' organizzata foggiana nel settore dell'usura e delle estorsioni e il ricorso a violenza, fisica e psicologica.
Avevano prestato denaro ad un imprenditore costretto a versare interessi sulle somme ricevute con tassi tra il 300 e il 400 per cento. E' quanto accertato dagli uomini della Dia, la Direzione investigativa antimafia di Foggia che hanno arrestato due persone - Tommaso Martino, 50enne di San Nicandro Garganico e sua moglie - con le accuse di usura ed estorsione continuata ed aggravata dal metodo mafioso ed usura aggravata in concorso. La vittima e' un imprenditore agricolo di Orsara di Puglia. Il blitz e' stato messo a segno a Foggia, San Nicandro Garganico, Lucera e anche a Fano, nella provincia di Pesaro-Urbino. L'attivita', iniziata nel luglio del 2020 a pochi mesi dall'apertura della Sezione Operativa Dia di Foggia, ha permesso di documentare il 'persistente interesse' della criminalita' organizzata foggiana nel settore dell'usura e delle estorsioni e il ricorso a violenza, fisica e psicologica. L'imprenditore avrebbe versato 100mila euro soltanto di interessi, cedendo - secondo quanro emerso dalle indagini - alle minacce fisiche e psicologiche di Martino. Per spaventare ulteriormente la vittima, l'uomo avrebbe vantato la sua conoscenza storica degli appartenenti al gruppo della 'batteria mafiosa' della 'Societa' Foggiana'. Riferimenti e legami non riscontrati, ma che avrebbero indotto la vittima a pagare. Nei confronti dei due indagati sono stati sequestrati, ai fini della confisca, beni mobili, immobili e disponibilita' liquide per un valore complessivo stimato di oltre 350.000 euro. Sequestrati un'abitazione con garage, tre auto e conti correnti. Gli investigatori hanno anche eseguito alcune perquisizioni ad altre dieci persone indagate per usura ed estorsione continuata ed aggravata dal metodo mafioso ai danni dello stesso imprenditore. Nel corso delle perquisizioni in 15 abitazioni sono stati trovati circa 65.000 euro in contanti, un rolex, cocaina e un'arma con relativo caricatore.
Gli indagati avrebbero ripetutamente minacciato la vittima, anche puntandole contro un'arma, con frasi come "io per 65 mila euro ti sparo", "se qualcuno ha provato a fregarmi nella vita mia, gli ho fatto male", "ho crepato una persona che mi doveva dare 5 mila euro e mi sono ripromesso che come ti vedevo ti dovevo schiattare in corpo pure a te", "io non faccio il commerciante, sono 25 anni che faccio il criminale e oggi sto come un animale". Gli inquirenti hanno evidenziato "l'importanza di aver rotto il muro di omerta' che caratterizza il territorio foggiano, dove la paura che incute la criminalita' e' fortissima" ha detto la pm Manganelli. Martino, infatti, per rafforzare l'effetto delle sue minacce, evocava l'appartenenza alla mafia locale e in particolare allo storico boss Rocco Moretti, per conto del quale era considerato il "bastardo picchiatore" incaricato del recupero crediti. A fronte di un prestito complessivo di circa 50 mila euro ottenuto in piu' tranche, l'imprenditore avrebbe restituito solo di interessi fino a 15 mila euro al mese. Contestualmente agli arresti, gli investigatori hanno sequestrato anche a Fano, nelle Marche, beni del valore complessivo di circa 350 mila euro, due appartamenti, tre auto, tra le quali una Porche Macan e conti correnti.
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