IL MATTINO
La storia
17.06.2021 - 12:15
La risposta negativa fece impugnare a Daniela il diniego ricevuto e ricorre d'urgenza al Tribunale di Roma. L'udienza viene fissata per il 22 giugno. Considerata l'urgenza, viene chiesto di anticipare la decisione ma nessuno ha mai risposto. Daniela e' morta il 5 giugno. La visita di verifica della sua condizione da parte dell'ASL di Foggia era programmata per il 7 giugno, 2 giorni dopo.
"Ho vissuto una vita da persona libera. Vorrei essere libera di morire nel migliore dei modi". Sono queste le parole di Daniela paziente oncologica di 37 che avrebbe voluto poter scegliere di porre fine alle sue sofferenze, ma non ha fatto in tempo a ricorrere al suicidio assistito, perche' e' morta lo scorso 5 giugno. A rendere pubblico il suo appello in un video messaggio trasmesso in occasione della Conferenza stampa dell'Associazione Coscioni, in occasione dell'avvio della raccolta firme sul referendum per l'eutanasia. Daniela era pugliese e affetta da una grave forma di tumore al pancreas, senza speranza di guarigione, ma voleva essere 'libera di morire nel migliore dei modi' accanto ai suoi cari. Aveva contattato l'Associazione Coscioni e a febbraio aveva chiesto alla Asl di Roma, dove viveva, la verifica delle condizioni necessarie per poter ricorrere, in applicazione della sentenza della Corte Costituzionale, al suicidio assistito. La risposta negativa fece impugnare a Daniela il diniego ricevuto e ricorre d'urgenza al Tribunale di Roma. L'udienza viene fissata per il 22 giugno. Considerata l'urgenza, viene chiesto di anticipare la decisione ma nessuno ha mai risposto. Daniela e' morta il 5 giugno. La visita di verifica della sua condizione da parte dell'ASL di Foggia era programmata per il 7 giugno, 2 giorni dopo. "E' inaccettabile che chi e' nelle condizioni di Daniela sia costretta a un simile calvario. I malati non possono aspettare i tempi della burocrazia", e' il commento Filomena Gallo e Marco Cappato, segretario e tesoriere dell'Associazione Coscioni. "Urge una legge per poter garantire la possibilita' di scegliere se porre fine alle proprie sofferenze insopportabili. Di fronte al silenzio del Parlamento il referendum e' l'unica possibilita' per rendere l'eutanasia legale in Italia".
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