IL MATTINO
L'operazione
03.11.2020 - 10:43
Le Fiamme Gialle hanno smontato «un complesso, sistematico e radicato meccanismo fraudolento perpetrato mediante tre società di commercio all’ingrosso di prodotti ortofrutticoli, operanti nel comune di San Ferdinando di Puglia e riconducibili ad un unico dominus che si avvaleva di tre procacciatori di manodopera, i quali erano attivi e reclutavano falsi braccianti agricoli sulle piazze dei comuni di San Ferdinando di Puglia (10 soggetti), Trinitapoli (4 soggetti), Margherita di Savoia e Barletta (3 soggetti)».
Attraverso false assunzioni in agricoltura avevano messo in piedi una grossa truffa ai danni dell'Insp. Ventuno misure cautelari sono state eseguite dai finanzieri del Comando Provinciale di Bari nei confronti di altrettante persone, sei delle quali avevano costituito un'associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dell'ente previdenziale. Il provvedimento emesso dal Gip del Tribunale di Foggia, su richiesta della Procura della Repubblica, costituisce l'epilogo di una complessa attività di polizia giudiziaria effettuata attraverso intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali nonché servizi di osservazione, riscontro e pedinamento. Complesso, sistematico e radicato il meccanismo fraudolento pensato dal sodalizio criminoso attraverso tre società di commercio all'ingrosso di prodotti ortofrutticoli, operanti nel comune di San Ferdinando di Puglia (Barletta Andria Trani) e riconducibili a un unico dominus che si avvaleva di tre procacciatori di manodopera, i quali erano attivi e reclutavano falsi braccianti agricoli sulle piazze dei comuni di San Ferdinando di Puglia, Trinitapoli, Margherita di Savoia e Barletta. Il sistema fraudolento era basato sulla falsa assunzione da parte delle tre società di circa 300 braccianti agricoli residenti nella provincia di Barletta-Andria-Trani, per poi procedere al successivo licenziamento degli stessi, in modo tale da creare artificiosamente'' i presupposti per beneficiare delle indennità di disoccupazione e/o maternità corrisposte dall'Istituto Previdenziale.
I rapporti di lavoro fittizi si protraevano, infatti, per il periodo strettamente necessario ai fini del riconoscimento della spettanza dei citati strumenti di protezione sociale, ordinariamente istituiti a supporto di soggetti effettivamente destinatari di provvedimenti di cessazione dal lavoro subordinato. Le attività d'indagine dei finanzieri di Barletta si sono basate prima su sopralluoghi e accertamenti nei confronti delle società agricole, rilevando sin da subito una consistente sproporzione delle assunzioni dei lavoratori rispetto al reale fabbisogno e l'incoerente inquadramento riservato rispetto alla natura delle imprese. Successivamente sono stati eseguiti approfondimenti di natura economico-finanziaria, sostanziatisi nell'acquisizione e analisi della documentazione contabile e bancaria delle società oggetto d'indagine, nonché nell'effettuazione di interrogazioni e rielaborazioni massive dei dati rilevati mediante le Banche Dati e agli strumenti di informatica operativa a disposizione del Corpo. L'insieme degli elementi indiziari sono stati ulteriormente supportati dagli esiti delle indagini finanziarie condotte sui conti correnti intestati sia all'azienda che ai soggetti individuati quali ideatori e promotori dello schema fraudolento in esame. Le condotte delittuose sono state messe in piedi attraverso la costituzione e/o la gestione di tre società agricole, tutte riconducibili di fatto allo stesso sodalizio criminale e adoperate per la fittizia assunzione di personale, stante l'assenza di attività lavorativa concretamente prestata, al solo fine di consentire la percezione indebita di indennità di disoccupazione in seguito al licenziamento (anch'esso fittizio) e il conseguimento di settimane utili ai fini pensionistici.
I soggetti assunti dalle anzidette società, a distanza di un lasso temporale utile a far maturare i diritti previsti dalla normativa vigente, venivano licenziati e, in virtù dell'originario pactum sceleris, presentavano domanda di indennità di disoccupazione che, una volta indebitamente ottenuta e accreditata, veniva dagli stessi riversata nelle mani del dominus del sodalizio criminoso: le citate condotte illecite poste in essere generavano, dunque, non solo un immediato quanto ingente nocumento all'Ente Previdenziale ma, soprattutto, in prospettiva futura non solo la fittizia creazione di pensioni di braccianti agricoli pur non avendo di fatto mai esercitato. Definite nel dettaglio tutte le circostanze di rilievo penale connesse al contesto fraudolento descritto, i finanzieri hanno dunque proceduto alla quantificazione degli emolumenti previdenziali indebitamente percepiti, sviluppando un'attività di geo-referenziazione delle erogazioni basata sulle sedi competenti per la liquidazione delle indennità erogate a ciascun beneficiario illegittimo, determinando indebite percezioni erogate per un importo complessivo pari a 98.380,00 euro e un mancato versamento delle ritenute previdenziali ed assistenziali operate sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti ammontanti a 460.986,00 euro.
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