IL MATTINO
L'operazione
23.07.2020 - 13:24
L'arresto e' stato eseguito al termine delle indagini coordinate dalla procura di Foggia che avrebbe smascherato - dicono gli inquirenti - un originale sistema truffaldino nella gestione dei permessi di costruire rilasciati dalla tecnostruttura del Comune, i cui connessi oneri di urbanizzazione, costi di costruzione e diritti di segreteria sarebbero stati nel tempo, con artifici e raggiri, sottratti alle casse del Comune e dirottati sui conti correnti di una societa' di servizi amministrata, di fatto, dall'arrestato.
Al dipendente gli inquirenti contestano, in particolare tre episodi in cui, nella doppia veste di funzionario istruttore dell'Ufficio tecnico e gestore di una societa' di servizi, ha curato l'istruttoria per il rilascio dei permessi edilizi, in relazione ai quali veniva subdolamente assicurato a chi aveva chiesto i permessi che gli oneri di costruzione ed urbanizzazione, ammontanti a circa 40 mila euro, risultavano assolti. Infatti, la societa' di servizi, per incamerare dai richiedenti i titoli edilizi le somme dovute a titolo di oneri di urbanizzazione e di costruzione che avrebbe dovuto girare per loro conto alle casse del comune, ha esibito agli stessi false contabili bancarie e false bollette comunali di avvenuto incasso. Viene anche contestato un episodio in cui il funzionario dell'Ufficio tecnico avrebbe fatto due atti pubblici falsi con i quali ha disposto lo sgombero di un immobile a Torremaggiore e la revoca della stessa ordinanza. Atti per cui e' stata accertata la falsa sottoscrizione al posto del responsabile di settore, con l'obiettivo di occultare altre irregolarita' tecnico - amministrative e mancati versamenti di oneri concessori. Le indagini condotte - spiegano gli inquirenti - anche grazie alla collaborazione del sindaco di Torremaggiore e del suo staff tecnico, hanno permesso di ricostruire il sistema di frode e di rassegnare all'autorita' giudiziaria l'integrazione dei gravi reati commessi dal pubblico ufficiale, per il quale il giudice, condividendo la richiesta della procura, ha ritenuto "attuali, concrete e inderogabili" le esigenze cautelari che hanno giustificato l'applicazione degli arresti domiciliari. Decisione maturata anche sulla base dell'ulteriore condotta tenuta dall'indagato che, dopo aver saputo che la procura stava conducendo indagini sul Comune, per sviare l'attenzione degli investigatori, ha effettuato un versamento nelle casse comunali di parte delle somme sino ad allora indebitamente accaparrate.
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