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Il caso

Da Giletti la via lucana al precipizio delle toghe, svelata da Fabio Amendolara

Finisce a "Non è l'arena", su La7, l'inchiesta de "La Verità" che da settimane il giornalista lucano Fabio Amendolara va conducendo sugli intrighi nella magistratura italiana, che ha portato alle dimissioni dei vertici dell’ANM.

Dal fiuto e dalla penna intelligenti, il fine cronista d'inchiesta potentino ha scandagliato nelle relazioni perverse intercorse tra le toghe, a partire dalla Procura di Potenza,  dove regnava Basentini (nominato dal ministro Bonafede alla guida del Dap al posto del giudice Di Matteo), che nella trasmissione di Giletti, a cui ieri ha partecipato Amendolara, il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha definito «un grumo di interessi, gli stessi che stanno venendo fuori nel vicenda Palamara». 

«Il buon Basentini ebbe nodo di denunciarmi alla procura di Salerno e poi quel sistema del ministero della giustizia, avendo come giudice al Csm Mancino e come mandante Napolitano: si mossero e io fui allontanato da quelle inchieste», ha dichiarato De Magistris che da magistrato condusse nel giugno del 2007 personalmente «una perquisizione al procuratore di Potenza». «Fui allontanato per volere di Napolitano e Mancino. Il Csm, Napolitano e Mancino e tutte le correnti mi hanno fatto fuori, perché fino a quando indagavo su Berlusconi, mi facevano l'applauso; come cominciai ad indagare a sinistra, mi dissero: ma che fai, indaghi pure a sinistra?", ha detto l’ex pm. 

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