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Il saluto di Rocchetta alla sua Madonna del Pozzo: un amore di tre secoli

E' difficile comprende l'amore viscerale, senza confini, che lega Rocchetta Sant'Antonio, chi ci vive e chi è andato via, per la sua Madonna del Pozzo, se non lo si fa proprio.

Da 310 anni, la Madonna del Pozzo ritorna ad agosto in paese dalla chiesetta di campagna in cui vive durante l'inverno per fare festa con la sua gente, per poi ripartire all'alba del 26 agosto per la sua chiesa. E' questo il momento più emozionante: un arrivederci che sa di nostalgia e di speranze affidate alla Vergine, tra lacrime e preghiere. Ecco il viaggio di questa mattina riassunto meravigliosamente da Giuseppe Palladino

La Madonna del Pozzo con la Sua immagine rinnovata, è venerata presso la cappella di campagna a Lei dedicata, dove ogni anno il giorno 15 agosto viene prelevata e con suggestiva processione serale viene portata presso la Chiesa Matrice per i tradizionali festeggiamenti dei giorni 24 e 25 agosto per farvi ritorno alle prime luci dell'alba del giorno 26.
 

STORIA DELLA MADONNA DEL POZZO DI ROCCHETTA SANT'ANTONIO
Due sono le fonti soriche che riguardano la Madonna del Pozzo:
1) Il "Forastiero" di Giuseppe Franciosa, notaio di Lacedonia (AV), che si trova nell'Archivio di Stato in Avellino;
2) "La Cronistoria di Rocchetta Sant'Antonio" di Giovanni Gentile, edita a Melfi il 1888.
Le varianti tra le due fonti non sono sostanziali, per cui fondamentalmente nel contenuto essenziale coincidono. Eccone il sunto da me ricavato:
"Sabato 24 agosto 1709 l'anziano contadino Giuseppe Mastrostefano, mentre stava zappando la sua maggese in contrada Serralonga, assetato, chiede l'acqua alla Madonna del Pozzo. Perchè invoca proprio la Madonna del Pozzo? Qualche giorno prima c'era stato un contratto spirituale del contadino con un frate questuante del rinomato Santuario della Madonna del Pozzo di Capurso (Bari). Questo è il motivo per cui il contadino invoca la Madonna del Pozzo. Difatti S. Maria del Pozzo gli concede l'acqua e il contadino devotamente ne bevve e ringraziò la S. Vergine del Pozzo.
Successivamente l'acqua non diminuiva, anzi venne utilizzata con fede e diversi ammalati furono guariti. La prima miracolata fu la storpia Pompea Garruto, la seconda fu Anna Maria Pasciuto e poi tanti altri".

Le ricerche accurate condotte dal Vicario Foraneo di Rocchetta Sant'Antonio, Don Giuseppe di Mattia, tramite i sacerdoti Don Carlo Piccolo e Don Giuseppe dell'Abate, sul sito di Serralonga, la conprovata guarigione di alcuni malati per mezzo dell'acqua prodigiosa, la constatazione dei fatti che vennero verbalizzati dettagliatamente dal Vescovo GiamBattista La Morea di Lacedonia, soo le prove che spinsero il Vescovo a concedere alla popolazione e alle autorità di Rocchetta la facoltà di erigere una chiesa sul luogo del prodigio.

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