IL MATTINO
660 le ore di lavoro sottratte
18.07.2019 - 13:30
Le accuse - a vario titolo e in concorso - sono truffa aggravata ai danni dello Stato commessa in violazione dei doveri inerenti un pubblico servizio, false attestazioni e certificazioni sulla propria presenza in servizio commesse da dipendente della pubblica amministrazione, falsita' ideologica commessa da privato in atto pubblico e peculato.
Sono complessivamente 46 gli indagati nell'inchiesta condotta dai carabinieri e coordinata dalla procura di Bari che ha svelato "condotte diffuse e sistematiche di assenteismo" (se ne andavano persino al mare) tra le corsie e gli uffici dell'ospedale San Giacomo di Monopoli, in provincia di Bari. Tra ottobre 2018 e lo scorso gennaio, supportati dai video registrati dalle telecamere di sorveglianza della struttura, i carabinieri hanno accertato casi di dipendenti che non timbravano il cartellino o che lo timbravano per poi allontanarsi dal posto di lavoro e raggiungere il bar o per svolgere faccende personali. In altri casi a timbrare per loro erano altre persone. Le accuse - a vario titolo e in concorso - sono truffa aggravata ai danni dello Stato commessa in violazione dei doveri inerenti un pubblico servizio, false attestazioni e certificazioni sulla propria presenza in servizio commesse da dipendente della pubblica amministrazione, falsita' ideologica commessa da privato in atto pubblico e peculato. Ai domiciliari sono finiti primari e aiuto primari Angelamaria Todisco (servizio Immunotrasfusionale), Gianluigi Di Giulio (Radiodiagnostica), Rinaldo Dibello (Gastroenterologia), Egidio Dalena (Otorinolaringoiatria), Girolamo Moretti (Radiodiagnostica), Vincenzo Lopriore (Cardiologia), Sabino Santamato (Ginecologia) e Leonardo Renna (Ginecologia), Antonio Bosio (operatore tecnico della Direzione sanitaria), Anna Pellegrini (assistente amministrativo), Gianluca Sardano (collaboratore amministrativo - professionale) e Giuseppa Meuli (infermiera). Un altro dirigente medico coinvolto nell'inchiesta e' all'estero e sta rientrando: e' anche lui destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari. Altre venti persone (dieci medici, cinque infermiere, tre autisti di ambulanza, un operatore tecnico e un parcheggiatore abusivo) sono state sottoposte all'obbligo di dimora. (Adp/ Dire)
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