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L'iniziativa

Gli abiti della violenza, «Vi dico perché da donna sono indignata»

15 abiti per raccontare la violenza subita dalle donne. Sono in mostra fino a domani (dalle ore 9 alle ore 19), al primo piano del Dipartimento di Studi Umanistici in via Arpi, 176.

Maria Teresa Riccelli, rappresentante in Consiglio degli Studenti - Associazione studentesca Area Nuova - li racconta così all'inaugurazione della mostra "Com'eri vestita'?". Domattina, 15 marzo, alle ore 11, sempre presso il Dipartimento, appuntamento anche 'Tra i quieti rumori 'con Melina Barbati, letture di poesie a cura di Marilena Salvatori.

“Com’eri vestita?” è la domanda ricorrente posta a chi subisce molestie o violenza sessuale. È una domanda insidiosa, che sottende stereotipi sessisti e contiene implicazioni negative: presuppone che la vittima “avrebbe potuto evitare lo stupro se solo avesse indossato abiti meno provocanti”. L’iniziativa è stata organizzata dal CUG – ‘Comitato Unico di Garanzia per le Pari Opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni’ e il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Foggia, in collaborazione con Centri Antiviolenza Sud Est Donne e le Associazioni “Impegno Donna” e “Libere Sinergie”. L'intento è sensibilizzare l’intera comunità foggiana sul tema del femminicidio. In esposizione 15 abiti che riproducono fedelmente l'abbigliamento indossato dalle vittime al momento della violenza. La mostra prende spunto da “What Were You Wearing?”, Survivor Art Installation promossa dalla primavera del 2013 dall’University of Arkansas e ideata da Jen Brockman (University of Kansas - Sexual Assalt Prevention and Education Center) e Maty A. Wyandt-Hiebert (University of Arkansas).

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