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L'operazione

Dalla Puglia all'Albania, la tratta dei diplomi falsi che passava per Foggia: 9 arresti dalla GdF

Associazione per delinquere, truffa aggravata, falso materiale, corruzione e autoriciclaggio. Sono i reati contestati, a vario titolo, e in concorso, a 39 persone, indagate dalla procura di Trani, 9 delle quali finite in carcere

L'organizzazione pubblicizzava i falsi titoli attraverso siti web e social media, rilasciando diplomi con loghi e certificazioni contraffatti. Un polo universitario con base a Trani, supportato da oltre 55 point su tutto il territorio nazionale, reclutava aspiranti insegnanti e diplomati che pagavano circa 8.000 euro per ottenere titoli finalizzati all'accesso a concorsi pubblici.

 Due degli indagati avrebbero corrotto un funzionario governativo albanese al fine di "garantirsi l'attivazione e la favorevole conclusione del procedimento di accreditamento dell'istituto". È un altro aspetto emerso dall'inchiesta coordinata dalla Procura di Trani, sfociata oggi nell'esecuzione di 9 misure cautelari da parte della GdF. Stando alle indagini, dopo che il gruppo si sarebbe diviso in tre compagini per contrasti nella spartizione dei profitti, ci sarebbe stata la costituzione di un polo a Foggia. Il gruppo si sarebbe avvalso di ulteriori società e associazioni culturali e avrebbe anche acquisito le quote di un'università privata albanese per mezzo della quale garantire il conseguimento di titoli di studio sempre non aventi valore legale in Italia. In questo contesto due degli indagati avrebbero corrotto un funzionario governativo albanese.

"L'attivita' di indagine coordinata dalla di Trani ci ha consentito di intercettare e contrastare le condotte delittuose che andavano a minare in primis il buon andamento della pubblica amministrazione: queste associazioni per delinquere avevano come obiettivo quello di consentire a dei cittadini ingannati, truffati, di poter utilizzare dei titoli Falsi da spendere anche in procedure concorsuali pubbliche. Quindi per l'ingresso nel mondo del lavoro nella pubblica amministrazione" ha spiegato nel corso di una conferenza stampa il Comandante provinciale della guardia di finanza di Bari Pasquale Russo. Gli arrestati sono Maria Saveria Modaffari (38 anni) di Condofuri (Rc), Fortunata Giada Modaffari (33) di Roma, Maria Attisano (57) di Locri (Rc), Lucia Catalano (44) di Trani, Savino Cianci (60) di Trani, Leonardo Catalano (42) di San Severo, Marco Lombardi (52) d Stornarella, Antonio Caporale (33) di Foggia e Maria M'daraa (36) di Stornarella. Questi titoli di studio venivano sfruttati in "settori nevralgici", come "l'istruzione, e in particolare l'insegnamento di sostegno e la sanita' con i concorsi OSS", spiega il comandante che aggiunge: "E' chiaro che dei corsi venduti da queste associazioni che venivano realizzati attraverso delle procedure semplificate, erano dei corsi che probabilmente non avevano dei contenuti pienamente validi per consentire poi di rendere il miglior servizio possibile che l'utenza, in questo caso delle persone e dei ragazzi diversamente abili o i pazienti, devono assolutamente ricevere". Fondamentale per le indagini e' stata la denuncia di un cittadino, perche' quando "ci sono stati i primi sospetti sulla dubbia validita' di questi certificati una parte di questa associazione criminale ha cercato di lucrare su questa incertezza paventando e garantendo un omologa di questi titoli non autentici a fronte del pagamento di ulteriori somme di denaro - ha raccontato il comandante della guardia di finanza Bat, Pierluca Cassano -, sfruttando quella che e' poi la paura di chi aveva ottenuto questi titoli di non ottenere il posto di lavoro oppure chi l'aveva gia' ottenuto di perderlo". Spesso si sarebbe trattato di persone che probabilmente avrebbero potuto perdere "il posto di lavoro quindi erano soggetti sicuramente una condizione di rilevante debolezza ai quali e' stato detto 'voi riuscirete a mantenere il posto di lavoro solo se, sborsando questo ulteriore somma di danaro, vi munirete di questo ulteriore titolo rilasciato da una diversa universita''. Come si fa a dire che questi soggetti volevano la scorciatoia - ha detto il sostituto procuratore di Trani, Achille Bianchi -. Per questi e' chiaro che si trattava di soggetti che non avevano altra scelta. Erano proprio costretti ad aderire a queste ulteriori richieste di danaro da parte dell'organizzazione". Quello scoperto oggi dalla procura di Trani e' "una parte di un fenomeno piu' ampio probabilmente molto piu' ampio e non solo nel nostro territorio ma io credo - ha concluso il sostituto Bianchi - su scala nazionale". 

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