«Sulla carta – ha rilevato a tal proposito Fischetti – il sistema italiano è perfetto, ma fallimentare nella pratica. Ma anche gli altri paesi non stanno meglio, Francia a parte. Dobbiamo perciò recuperare quel gap perduto se solo riuscissimo a disporre dei programmi curriculari un po’ prima della conclusione dell’anno scolastico e non ad aprile come è avvenuto quest’anno. In questo modo non riusciamo a selezionare che pochi ragazzi per le gare dei giochi studenteschi e lo sport finisce così per essere concepito come un fine agonistico piuttosto che uno strumento utile per salvaguardare la salute e uno stile di vita sano».
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