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La testimonianza nel giorno dei funerali della tragedia

Da Foggia ad Andria per l'ultima carezza a Rossella

Avevi un solo anno in più del mio Francesco, con il quale vi sfottevate e prendevate in giro, l’estate, sulla spiaggia di San Menaio. E tu abituata a vivere nel tuo mondo fatto di poesie, semplicità ma anche tanto amore.

Da Foggia ad Andria per l'ultima carezza a Rossella

Il Presidente della Repubblica, Mattarella, partecipa ai funerali delle 23 vittime della tragedia ferroviaria, insieme alla Presidente della Camera, Laura Boldrini, e al Ministro per le Infrastrutture Graziano del Rio. L'ANCI (Associazione nazionale comuni italiani) ha chiesto si sindaci pugliesi bandiere a mezz'asta sui municipi.

Oggi si celebrano i funerali delle vittime dell'incidente ferroviario che ha scosso la Puglia e il mondo intero. Ci aspettano dolore, commozione, incredulità per questa maledetta tragedia che non doveva e poteva  succedere. Si parte dunque, per la seconda volta; la prima è stata mercoledi, il giorno successivo al disastro. Tu sei a casa, tranquillo ridi e scherzi con tuo figlio che ha poco più di venti anni e studia all’Università a Bari, da pendolare: su e giù quasi tutti i giorni, come centinaia di suoi coetanei. Improvvisamente lo squillo del telefono e l’amico che ti dice con tono dimesso e commosso: “Sai, quegli amici nostri di Andria..., quelli con i quali da oltre venti anni passiamo insieme estati e qualche domenica d’inverno; quelli i cui figli sono cresciuti con i nostri sin da piccoli, con i quali abbiamo riso, scherzato…”. La figlia, di ventidue anni, era su quel maledetto treno; aveva appena avvisato l’amica che aveva fatto e superato ottimamente l'esame, poi il nulla…”.

Non ci puoi credere; e’ impossibile. Con la mente inizi a fare giri di pensieri e paure... Dio!!! Ma come è possibile, che destino è questo? La speranza, sino mercoledi mattina, che lei non fosse tra le vittime. La mia telefonata: “...Ti prego dimmi che sei tu quella mamma che questa notte ha ritrovato in ospeale la propria figlia...”. La gelida risposta: «No, Non sono io….”. Resti impietrito, di sasso. Non sai più cosa fare o dire. Allora decidi di metterti in auto e partire, il pomeriggio, quando già tutto è compiuto…. E ti trovi di fronte alla sofferenza e al dolore più grande che possa esserci. Perdere un figlio è qualcosa di indescrivibile, io lo avevo provato, ma aveva pochi mesi e già il dolore è ancora oggi insopportabile, ma a ventidue anni puoi solo sperare che Dio ti dia la forza di sopravvivere. E’ una cosa contronatura! Ti senti perduto, quasi inutile davanti a quei genitori distrutti da qualcosa più grande di loro; inspiegabile con la ragione umana.

Ciao Rossella. Avevi un solo anno in più del mio Francesco, con il quale vi sfottevate e prendevate in giro, l’estate, sulla spiaggia di San Menaio. Eravate l’opposto: esuberante, estroverso, dinamico, lui; più introversa, chiusa, timida, tu. Immersa tra le tue letture, di libri, difficili da capire per chi aveva poco più di diciotto anni; ma non per te, abituata a vivere nel tuo mondo fatto di poesie, semplicità ma anche tanto amore.

Ciao Rossella, oggi ti saluteremo per l'ultima volta, ma sarai sempre l’esempio di ragazza, figlia, amica, che oggi purtroppo è difficile da trovare. E voi, cari genitori e amici nostri, in questo triste giorno, al dolore indescrivibile e insopportabile, nel quale nessuna parola può consolarvi, tenete sempre alto e vivo il nome di Rossella, le sue poesie, i suoi scritti, i suoi interventi e partecipazione in tanti gruppi che si dedicano al sociale. Non sarà molto, ma sarà tanto.

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