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Oggi il tema, caldo, approda in Consiglio Comunale

La rete e il righello... a proposito del "baffo" ferroviario di Foggia

L'autorevole intervento di Antonio Russo, Consigliere di presidenza nazionale Acli con delega alla Coesione Territoriale, nel dibattito sulla mobilità e lo sviluppo socio-economico della provincia di Foggia

La rete e il righello... a proposito del "baffo" ferroviario di Foggia

Antonio Russo

«Qui non centra Elia e neppure il profeta di biblica memoria potrebbe aiutarci. E’ cosa che sta in capo a chi ha a cuore la Capitanata e il suo futuro. Un tema urgente su cui continuare ad esercitarsi»

Gentile Direttore, chiedo ospitalità al suo giornale per dare sostegno a quelle voci che nel corso delle ultime settimane si sono alzate contro l’ultima “beffa del baffo” che l’Azienda di trasporto Stato - ferrovie Italiane-  sta consumando nei confronti della intera comunità della Capitanata. Sono due le considerazioni, fra le tante possibili, che vorrei portare a sostegno del fatto che la scelta di spostare la stazione dell’alta velocità per la tratta Foggia- Roma- Bari, arrecherebbe un danno all’intero territorio: la prima di ordine più generale che riguarda il governo dell’organizzazione dei trasporti in Italia e al sud; la seconda la privazione del diritto di fruire, al pari di tutti i cittadini dello Stato, di un servizio essenziale. Da qualche anno mi occupo di politiche di coesione territoriale e il tema dei trasporti e della infrastrutturazione  è divenuto per me un paradigma per leggere i ritardi, spesso indotti,  di alcune parti del Paese. Senza indugiare in futili rivendicazionismi, guardo con realismo ai fatti, alle politiche, agli investimenti e ai disinvestimenti che i governi producono  e ne osservo le ricadute in termini di sviluppo e di crescita territoriale. Per non approfittare del tempo dei lettori, mi limiterò a dire che lo  sviluppo si programma allo stesso modo del non sviluppo. 

La Capitanata, non me ne voglia chi per responsabilità differenti è chiamato a rappresentarla, sembra da questo punto di vista condannata ad una emarginazione che trova sostegno nella scelta dell’Amministratore delegato di Rfi Elia di disporre di un territorio e della sua esclusione,  a suo piacimento.  Prima il baffo di Cervaro doveva servire per il trasporto merci, ora si è deciso che servirà anche l’alta velocità e, cosi sia…. Poco importa se un’intera comunità perde la centralità della stazione da cui parte l’unico vettore (mi guarderò bene dal far un ragionamento che consideri l’intero piano dei trasporti di Foggia con annessi aeroporti, porti e servizio su gomma )  che tre volte al giorno la collega con la capitale. Ci sarebbe da chiedere all’ Ing. Elia se i criteri che muovono questa scelta sono gli stessi che egli sta applicando in tutta Italia. Ovvero se nel rilanciare la rete ferroviaria ha tracciato col righello una linea perfettamente dritta tra Trento e Villa San Giovanni che gli consentisse di non perdere neppure un preziosissimo secondo del tempo dei viaggiatori. O se invece in più di qualche circostanza ha dovuto piegarsi alla logica aziendale per la quale egli è chiamato a ricostruire una rete e non per una retta ferroviaria. Spero di essere smentito dallo stesso Elia per convincermi che  quella manciata di minuti che risparmierebbero  i viaggiatori a sud di Foggia, è addirittura indispensabile. Sono   interessato a capire se la logica che muove questa scelta è quella di premiare i mercati virtuosi (tradotto dai commenti di Elia degli ultimi giorni,  le stazioni da dove partono più persone), rafforzando la presenza del servizio di Stato dove è già forte e condannando il resto al proprio destino. Se così fosse, è  una logica alla quale da cittadino mi ribello sperando di raccogliere oltre alle sparute voci di chi è già intervenuto nei giorni scorsi su questo giornale e sui network, altre persone. Ovvero, se il tentativo è quello di continuare a costruire un’Italia diseguale dove il numero di mezzi di trasporto e la loro frequenza esprimono in se una discriminante allo sviluppo, il problema è più serio e dobbiamo ringraziare Elia per averci involontariamente svelato il segreto di come le decisioni politiche orientano inesorabilmente la crescita del Paese. Emblematica da questo punto di vista la cartina “scegli la tua citta e scopri le idee di viaggio dedicate a te” pubblicata sul sito di Trenitalia dalla quale plasticamente si capisce che le buone idee italiane di arte, spettacolo, ferie e ambiente, nascono a Milano e, per il momento, si fermano a Napoli.    Vi è poi il secondo tema che si lega al diritto di tutti i cittadini italiani di avere servizi essenziali. La sua ratio è semplice e si lega ai fondamenti di ogni democrazia che si ispira a principi liberali sintetizzabili in: contribuisco attraverso il pagamento delle tasse alla realizzazione di servizi pubblici efficienti ed efficaci e quindi devo essere trattato al pari di un cittadino che da Roma viaggia verso nord e ogni settimana è positivamente colpito dallo scandire degli annunci che comunicano : “ dal prossimo mese su questa tratta viaggeremo a velocità maggiore e a prezzo inferiore”.  Occorre ammettere che talvolta ci si sente persino orgogliosi di vivere in un Paese che ammoderna il suo sistema di trasporti ma,  allo stesso modo, si ritorna a non trovare spiegazioni al perché quello stesso sistema mantiene ancora il binario unico sulla Foggia Benevento. Mi sono ostinato per vent’anni a non voler credere a quel sedicente ingegnere delle ferrovie che mi spiegò che si sarebbe potuto da tempo risolvere con una galleria…. Pensate una galleria…. Ne avranno mai costruita una gli italiani? Ecco allora la domanda che ritengo sarebbe opportuno rivolgere all’Amministratore delegato e all’intero consiglio di amministrazione di Rfi: avete mia pensato di risolvere in tempi umani l’indecenza di quella tratta ? Si è chiesto Elia cosa vuol dire eliminare lo scalo centrale del capoluogo di provincia che un tempo è stato il terzo nodo ferroviario più importante d’Italia al punto da pagare un tributo di sangue che gli è valso una medaglia al valore civile per i bombardamenti che i poi alleati scaricarono sulla nostra stazione? Sa che i cittadini della provincia pagano un biglietto uguale a quelli che su altre tratte viaggiamo a circa 300 km all’ora con la differenza che i primi devono prenotare con 15 giorni di anticipo altrimenti rischiano di non poter usare il mezzo pubblico e con tariffe quasi sempre piene e non ridotte come per i secondi ?  Ecco questi sono alcuni dei nodi che ci inducono a riflettere a partire dal “baffo” ferroviario. In ultimo mi permetto di consigliare a chi è chiamato all’alto governo del bene e dei  beni pubblici ( e i trasporti ne sono il simbolo perché confermano o sconfessano i principi costituzionali di una Paese che non dovrebbe conoscere differenze)  di confrontarsi con  le comunità per evitare il rischio di essere lineari al punto da tagliere interi territori dalla sacrosanto diritto di svilupparsi al pari di altri. Per quanto è dovere di ogni governo nazionale pensare al bene di ogni piccola o grande comunità, mi rendo conto che resta aperto il tema delle responsabilità territoriali, delle disattenzioni, dell’assuefazione a farsi scivolare tutto addosso, dell’ostinarsi a immaginare che qualche altro si preoccuperà del rilancio della Capitanata.

Qui non centra Elia e neppure il profeta di biblica memoria potrebbe aiutarci. E’ cosa che sta in capo a chi ha a cuore la Capitanata e il suo futuro. Un tema urgente su cui continuare ad esercitarsi.

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