«Mentre io mi sottoponevo alla prova delle primarie, insieme ad altri 1.500 tra donne e uomini decisi a competere per guadagnare il diritto alla candidatura, tanto Ivan Scalfarotto che Alberto Losacco hanno svolto le loro ordinarie attività evidentemente ritenendole più che sufficienti a far guadagnare loro un posto utile in lista – continua Mongiello – Scelta particolarmente incoerente quella compiuta dal vice presidente dell’Assemblea PD, originario della mia stessa città e trapiantato in Lombardia da decenni, che ha sempre ostentato pubblicamente la necessità di attuare la selezione dei candidati con il metodo delle primarie».
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