IL MATTINO
L'intervento
21.03.2018 - 12:37
"La verità passeggia tra le vie di questa città. Dobbiamo collaborare per la ricerca della verità . I familiari rappresentano la memoria viva che si deve tradurre in impegno e responsabilità"
Don Ciotti dal palco di Piazza Cavour. "Ho voluto al mio fianco
tre vescovi: questa è la gratitudine ed è la presenza della chiesa che si sporca le mani. Cinque anni fa Papa Francesco quando venne nominato Pontefice ha voluto vivere la giornata delle vittime di mafia incontrando i familiari . Un saluto caro va a Rita Borsellino che non sta bene e Stefano Fumarolo che ci ha accompagnato per tanti anni è stato il ponte tra noi e il Messico. Un caloroso abbraccio a Peppino D'Urso, coordinatore del Parco Città a Foggia, a cui stanotte hanno incendiato l'auto. A lui gli diciamo che noi non lo lasciano solo. Ieri il prefetto Mariani mi ha comunicato che un altro commerciante ha denunciato i suoi estorsori: questo è un segnale di grande positività. Nessuno è necessario ma nessuno può agire al posto nostro, tutti siamo chiamati a scelte più coraggiose. Coraggio e umiltà non richiedono eroismo ma generosità. Dobbiamo diventare noi stessi il cambiamento. Dobbiamo uscire a tutti dall'io. Non lasciamoci travolgerci dalla sfiducia e dalla rassegnazione. La vita ci chiede di osare e avere più coraggio. Non dimenticate che l'omertà uccide e la verità è la speranza. Il 70% dei familiari nn conosce la verità come Francesco Marcone in questa città . Ma la verità passeggia tra le vie di questa città. Dobbiamo collaborare per la ricerca della verità. I familiari rappresentano la memoria viva che si deve tradurre in impegno e responsabilità accanto a chi muore assassinato. I familiari Muoiono dentro, facciamo che non diventino vittime della nostra rassegnazione e indifferenza . Questo è un Paese distratto: si smascheri la memoria di circostanza . La nostra è una memoria viva che non vuole dimenticare nessuno. Ricordo le vittime del terrorismo, della criminalità comune, del dovere, del caporalato dei tanti migranti che cercavano la terra promessa e che non sono riusciti a raggiungerla. Le mafie godono dell'ignoranza e dell'indifferenza. Le mafie sono forti perché noi siamo troppo deboli. Oggi la forza delle mafie è la nostra debolezza. La prima corruzione è quella delle coscienze. Una coscienza viva si tiene distante dai comportamenti corrotti. Il problema non sono le mafie: il problema siamo noi. Oggi c'è una infestazione mafiosa la droga è tornata in massa. Il mondo della sanità infiltrato. Presenze mafiose anche nel mondo del Calcio. Oggi più che mai il denaro al posto delle armi. Siamo qui per impegnarci di più: nessuno deve delegare ad altri. È un esercizio della democrazia. Legalità vuol dire lavoro politiche sociali interesse verso alla famiglia alle fasce più deboli . Siate orgogliosi di essere pugliesi e foggiani. Ragazzi state dalla parte della democrazia. Denunciare il negativo ma saper riconoscere sempre il positivo".
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