IL MATTINO
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13.05.2024 - 11:59
In un contesto di ottimismo e pessimismo alterni, la regola fondamentale resta la diversificazione. L'azionario deve rimanere una componente del portafoglio per gli investitori a lungo termine. Fissarsi su un settore o un'area geografica è rischioso. È fondamentale una strategia di pianificazione finanziaria che tenga conto degli obiettivi, della propensione al rischio e dell'orizzonte temporale dell'investitore.
I dati incoraggianti sull'economia americana mettono in dubbio un taglio dei tassi da parte della Fed a giugno Siamo nel periodo in cui Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase, invia la sua lettera annuale agli azionisti, tracciando un bilancio sull'anno precedente e sulle prospettive future. Quest'anno, la lettera si conclude con un auspicio: "Ci auguriamo sinceramente di vedere il mondo avviato verso la pace e la prosperità".
Inflazione sotto controllo, ma non doma
Mentre Europa e Cina mostrano segni di cedimento, gli Stati Uniti resistono: le trimestrali mostrano utili solidi e un settore tecnologico scintillante (vedi Nvidia), mentre i dati su consumi e mercato del lavoro fanno dubitare che la Fed proceda con un taglio dei tassi già a giugno, come inizialmente ipotizzato.
La Banca Centrale Europea, alle prese con un'Europa più debole, ha lasciato i tassi invariati ad aprile, ma potrebbe intervenire all'inizio dell'estate. Per la Fed, invece, un primo taglio appare ancora lontano, data la resilienza dell'economia americana.
Fed: quindici anni tra recessione e lotta all'inflazione
Dopo la crisi subprime del 2008, la Fed ha mantenuto i tassi vicini allo zero per stimolare la crescita, con un periodo di sette anni (dal 2009 al 2015) a tassi zero. Un tentativo di rialzo fallì a causa della pandemia.
Con la ripresa post-pandemica, la Fed ha iniziato a combattere l'inflazione, il segno tangibile di un'economia in ripresa. I rialzi dei tassi iniziati nel 2021 (525 punti base in 18 mesi) non hanno causato la recessione prevista.
Economia solida, tassi in bilico
Le vendite al dettaglio di marzo e il report sul mercato del lavoro dimostrano la resilienza dell'economia americana. La domanda è: la Fed taglierà i tassi prima dell'estate? La BCE probabilmente lo farà a giugno, ma per la Fed la tempistica è incerta.
L'inflazione USA è stata domata, ma non del tutto: l'ultimo CPI segna un aumento annuo del +3,5% (+3,8% al netto di cibo ed energia), ancora sopra l'obiettivo del 2% fissato dalla Fed.
Mercati: fase rialzista con un primo aggiustamento
Tra inflazione persistente e un mercato del lavoro solido, la tempistica dei tagli Fed è incerta. Sui mercati, la fase rialzista alimentata dalle attese di un taglio dei tassi ha subito un primo aggiustamento.
Diversificazione, transizione e consulenza finanziaria
In un contesto di ottimismo e pessimismo alterni, la regola fondamentale resta la diversificazione. L'azionario deve rimanere una componente del portafoglio per gli investitori a lungo termine.
Fissarsi su un settore o un'area geografica è rischioso: la transizione energetica e digitale, ad esempio, offre opportunità interessanti. È fondamentale una strategia di pianificazione finanziaria che tenga conto degli obiettivi, della propensione al rischio e dell'orizzonte temporale dell'investitore.
Fed, Inflazione e Criptovalute: Un intreccio complesso
Le politiche monetarie della Federal Reserve (Fed), l'inflazione e le criptovalute sono tre elementi strettamente connessi nell'attuale panorama economico globale. Le azioni della Fed influenzano l'inflazione e, di conseguenza, le criptovalute. L'aumento dei tassi d'interesse da parte della Fed per combattere l'inflazione ha portato a un calo significativo del valore delle criptovalute negli ultimi mesi. Questo perché gli investitori tendono a spostare i loro capitali verso asset più stabili come obbligazioni e depositi bancari quando i tassi d'interesse sono alti.
L'inflazione, a sua volta, può influenzare la tendenza a comprare criptovalute come assicurazione contro l'inflazione, in quanto la loro offerta è limitata e non sono soggetta al controllo dei governi. Tuttavia, l'inflazione può anche erodere il potere d'acquisto delle criptovalute, rendendole meno attraenti per gli investitori. Il futuro delle criptovalute dipenderà da come questi tre fattori si evolveranno nel tempo. Se la Fed riuscirà a domare l'inflazione senza causare una recessione, le criptovalute potrebbero beneficiare di un nuovo afflusso di capitali. Tuttavia, se l'inflazione dovesse persistere o se la Fed dovesse aumentare ulteriormente i tassi d'interesse, le criptovalute potrebbero continuare a soffrire. E' importante sottolineare che la relazione tra Fed, inflazione e criptovalute è complessa e non è ancora del tutto chiara. Sono necessari ulteriori studi e ricerche per comprendere appieno le dinamiche in gioco.
Oltre a questi fattori, altri elementi possono influenzare il prezzo delle criptovalute, come la regolamentazione governativa, l'adozione da parte delle istituzioni e l'andamento generale del mercato. Gli investitori in criptovalute dovrebbero essere consapevoli di questi rischi e dovrebbero diversificare i loro portafogli per mitigare le perdite.
Il futuro dei miner di Bitcoin dopo l'Halving
Prevedere l'impatto dell'Halving sugli investitori medi di Bitcoin è difficile, ma sembra certo che questo evento cambierà radicalmente il settore del mining. I "miner" di Bitcoin sono essenzialmente i guardiani della rete, che la proteggono dagli attacchi, creano nuovi Bitcoin e vengono ricompensati finanziariamente per questo lavoro. Dopo l'Halving, la ricompensa dei miner per l'elaborazione di nuove transazioni verrà ridotta da 6,25 Bitcoin a 3,125 (circa $200.000), un significativo calo immediato dei guadagni.
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