IL MATTINO
La storia
16.03.2024 - 14:20
Teresa Procaccini, che celebrerà il suo 90° compleanno il prossimo 23 marzo, è un fiume in piena di ricordi e di note. La sua vita è un intreccio di spartiti, concerti, oltre 250 composizioni tra musica sacra, opere liriche, sinfoniche e da camera, Symphonic Band e fiabe musicali. Pugliese di Cerignola, Procaccini ha un primato di cui non parla spesso: è stata la prima donna italiana a dirigere un Conservatorio, dal 1971 al 1972.
Chi è Teresa Procaccini, la donna che ha sposato la musica e ha aperto la strada alle donne nel mondo della composizione musicale italiana?
UNA VITA TRA LE NOTE
Teresa Procaccini, che celebrerà il suo 90° compleanno il prossimo 23 marzo, è un fiume in piena di ricordi e di note. La sua vita è un intreccio di spartiti, concerti, oltre 250 composizioni tra musica sacra, opere liriche, sinfoniche e da camera, Symphonic Band e fiabe musicali. Pugliese di Cerignola, Procaccini ha un primato di cui non parla spesso: è stata la prima donna italiana a dirigere un Conservatorio, dal 1971 al 1972.
LE ORIGINI DELLA PASSIONE
Nata in una famiglia piccolo borghese, Procaccini è cresciuta a pane e musica. La madre aveva studiato pianoforte con un allievo del grande Pietro Mascagni, che per qualche anno aveva diretto la banda di Cerignola. A due anni, Procaccini intonava già le canzoni in voga dell'epoca trasmesse alla radio, poi le arie d'opera e di operetta che la madre eseguiva al pianoforte.
LA PRIMA DONNA DIRETTRICE
Nel 1971, Procaccini fu chiamata a Foggia per prendere il posto del direttore del conservatorio. Nonostante fosse un periodo politicamente "caldo", il suo incarico fu considerato un fatto normale. "Ero una persona seria, indipendente, grande lavoratrice, brillantemente pluri-diplomata, con diverse esecuzioni alla RAI, conosciuta e molto apprezzata per le mie qualità organizzative" ricorda Procaccini.
IL MONDO MASCHILE DELLA COMPOSIZIONE
Procaccini scoprì presto che la composizione era un mondo prevalentemente maschile. Il suo professore di composizione a Foggia non credeva nel talento compositivo delle donne, ritenendo che il loro destino fosse quello di "stare a casa a fare le braciole". Nonostante questo, Procaccini non si lasciò scoraggiare. "Non sono mai stata femminista, uomo o donna che sia, le cose si fanno solo quando le sai fare'', dice. Trasferitasi a Roma su consiglio del maestro di composizione Achille Longo, Procaccini continuò a comporre fedele alla tradizione e ai valori classici.
UN PERCORSO INDIPENDENTE
Nel 1956, Procaccini ottenne un importante riconoscimento: vinse un Concorso di Composizione a Firenze con il Trio per violino, violoncello e pianoforte op. 5. Nonostante i cambiamenti nel panorama musicale, Procaccini rimase fedele al suo stile, resistendo ai condizionamenti delle avanguardie.
OGGI E DOMANI
Oggi, Teresa Procaccini continua a lavorare, avendo imparato a scrivere musica al computer. Quando le viene chiesto a quale suo brano è più affezionata, risponde senza esitazione: "Al Trio op. 5 che ha aperto le porte per la mia lunga carriera". Un'opera che simboleggia la sua forza, la sua determinazione e il suo amore per la musica, un amore che ha dedicato la sua intera vita.
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