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Le coincidenze dell'umanità, Emiliano: «L'8 agosto è una giornata storica per la Puglia»

Marcinelle, 8 agosto 1956, nella miniera carbonifera del Bois du Cazier, morirono 262 minatori, 136 dei quali italiani, 22 pugliesi. L’8 agosto 1991, 20mila albanesi arrivarono tutti insieme sulla nave Vlora nel Porto di Bari da Durazzo

Le coincidenze dell'umanità, Emiliano: «L'8 agosto è una giornata storica per la Puglia»

«È la storia che ci insegna ad essere vicini gli uni con gli altri, a sostenere chi vive situazioni peggiori delle nostre, ad impegnarci perché le condizioni di vita e di lavoro siano sempre rispettose della dignità umana», la riflessione di Emiliano

“C’è una umanità che la gente del Sud conosce bene, che spesso risiede nei luoghi del dolore, della rabbia, del disprezzo, della fatica, ma che racchiude anche quell’energia capace di migliorarci e di cambiare il mondo. È la Storia che ce lo insegna. L’8 agosto è una data che segna la storia della Puglia - dice Michele Emiliano -.

L’8 agosto 1956, nella miniera carbonifera del Bois du Cazier, morirono 262 minatori, 136 dei quali italiani, 22 pugliesi. Lo ricordiamo come il disastro di Marcinelle. 'Braccia in cambio di carbone' era l’accordo siglato nel primo dopoguerra dai due Governi, che in cambio della materia prima all’Italia concedeva manodopera al Belgio: i nostri disoccupati. Malpagati, spesso malvisti dalla popolazione locale, ostacolati dalla scarsa conoscenza della lingua, venivano alloggiati nei primi tempi nelle stesse baracche dei campi di concentramento allestiti dai nazisti.
Il lavoro nelle miniere del Belgio fu una delle pagine più nere dell’intera storia migratoria italiana.

L’8 agosto 1991, 20mila albanesi, arrivati tutti insieme sulla nave Vlora nel Porto di Bari da Durazzo, furono accolti dal popolo barese e dalle istituzioni. La gente scese da casa con vestiti, coperte, cibo, per aiutarli in ogni modo possibile. Una pagina di umanità, civiltà, solidarietà racchiusa nelle parole del sindaco Enrico Dalfino: Sono persone, persone disperate. Non possono essere rispedite indietro, noi siamo la loro unica speranza.
Non credo esista un solo pugliese che non provi un senso di emozione nel ricordare la catena di solidarietà messa in moto il giorno dello sbarco.

È la storia che ci insegna ad essere vicini gli uni con gli altri, a sostenere chi vive situazioni peggiori delle nostre, ad impegnarci perché le condizioni di vita e di lavoro siano sempre rispettose della dignità umana".

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