IL MATTINO
La protesta e l'appello
21.03.2020 - 13:26
Antonio Scopece, decano dei barbieri e parrucchieri foggiani
«In questi giorni di emergenza abbiamo avuto molte richieste di servizio a domicilio ma insieme ad altri colleghi abbiamo deciso di dire no! Per salvaguardare la nostra salute ma soprattutto quella dell’intera società! Mi raccomando collaborate: non fate entrare il virus a casa vostra!», l'appello di Scopece che spiega anche le ragioni della rabbia verso il Governo nazionale.
«Siamo arrabbiati? Certo che lo siamo, perché noi lavoratori autonomi/partite iva siamo il tessuto fondamentale dell’economia italiana e veniamo maltrattati dal Governo. Paghiamo onoratamente le tasse ogni mese. Ma questo non basta. Non basta perché lo stato non ci tratta come dovrebbe. Oggi ci sentiamo traditi dallo stato che dovrebbe difenderci! Il decreto del 11 marzo ha imposto a noi barbieri parrucchieri la chiusura, la rispettiamo, ed è giusto cosi, ma la Stato non ci può sostenere con una tantum da 600 €. Noi abbiamo dipendenti, famiglie e delle spese da affrontare: noi siamo onesti cittadini paghiamo le tasse e non possono trattarci da cittadini di serie B. Tutto questo è inaccettabile!», dice Antonio Scopece, facendosi portavoce dell'intera categoria dei barbieri e dei parrucchieri foggiani.
«Colgo l’occasione di fare un appello hai nostri concittadini - conclude Scopece, decano dei professionisti della categoria -. In questi giorni di emergenza abbiamo avuto molte richieste di servizio a domicilio ma insieme ad altri colleghi abbiamo deciso di dire no! Per salvaguardare la nostra salute ma soprattutto quella dell’intera società! Mi raccomando, collaborate: non fate entrare il virus a casa vostra!»
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