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Il fatto di cronaca

Nicola Curci torna a fare il bullo

Gentile Nicola Curci, se lo lasci dire: ad una “Signora”, come lei definisce la nostra Tatiana Bellizzi, si scrive in privato tutt'al più per osare galanterie, non per fare il bullo con malcelate intimidazioni. Questa è la seconda volta che ci prova

Signor Nicola, l’informazione non può essere paragonata ad una slot machine ma segue e riferisce gli eventi per come accadono, non per come li si desidera vengano raccontati, quand’anche il Suo desiderio possa essere del tutto legittimo. 

Gentile Nicola Curci, se lo lasci dire: ad una “Signora”, come lei definisce la nostra Tatiana Bellizzi, si scrive in privato tutt'al più per osare galanterie, non per fare il bullo con malcelate intimidazioni. Questa è la seconda volta che ci prova, esattamente a distanza di un anno (era il 21 luglio 2017), quando, non digerendo la pubblicazione della notizia sull’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, da cui sono originate le vicissitudini che riguardano Suo fratello e, di riflesso, il Foggia Calcio, in un’intervista a reti unificate sulle emittenti locali TeleRadioErre e Tele Dauna, che suo fratello riuscì a comprare in un sol colpo, come il cospicuo pacchetto azionario del Foggia, trovando sponda in qualche suo giornalista compiacente, rivolse inqualificabili affermazioni nei riguardi di Tatiana e del nostro giornale, arrivando persino a dire che se avevamo bisogno di soldi bastava chiedere. Suo fratello, persona evidentemente più giudiziosa di Lei, nel chiederci scusa, riconobbe «esagerato quanto dichiarato questa mattina da mio fratello che ha puntato il dito su alcuni organi di informazione, soprattutto nei confronti de Il Mattino di Puglia e Basilicata diretto da Antonio Blasotta, (anche a Tatiana Bellizzi che ha scritto della vicenda) al quale vanno tutte le mie scuse, di mio fratello e della mia famiglia che ha sempre considerato l'informazione di questa nostra provincia tra le più attente e meritevoli dell'intero panorama mediatico». 

Di queste ultime riflessioni di Suo fratello, però, Lei non è riuscito a fare tesoro, tornando questo pomeriggio ad intimidire Tatiana Bellizzi con una mail privata in cui la invita «immediatamente a rettificare la notizia» dell’arresto di Suo fratello, avvenuto questa mattina. «Mio fratello - scrive nella Sua mail inviata a Tatiana - non ha subito nessun aggravamento della pena per la disponibilità dei fantomatici altri milioni inventati, ma solo perché era presente un amico di famiglia. Oltretutto avete scritto che tale persona ha avuto problemi di giustizia. Siete a dir poco patetici e ridicoli, anche perché la persona è un cancelliere del Tribunale di Roma da pochi mesi in pensione. Quindi la invito a verificare e rettificare subito le Vs. notizie false che scrivete. Se poi ciò non verrà fatto verrò di persona in redazione a parlarne a voce». Le notizie che Lei definisce «false» sono quelle riportate da Tatiana diffondendo il comunicato stampa diramato questa mattina dalla Guardia di Finanza di Foggia, che così giustifica l’arresto di Suo fratello: «Il Tribunale di Milano, con provvedimento del 27 luglio 2018, accogliendo l’istanza di aggravamento di misura cautelare avanzata dalla Procura della Repubblica di Milano in pari data e sulla scorta di evidenze investigative accertate dal Gruppo Guardia di Finanza Foggia in data 16 luglio 2017, nel corso dell’esecuzione di provvedimento ablativo emesso dalla Procura della Repubblica di Foggia, in pregiudizio di Ruggiero Massimo Curci, di disponibilità patrimoniali e finanziarie illecitamente detenute per un valore di circa 18 milioni di euro, ha disposto nei confronti del predetto, socio e vice presidente del Foggia Calcio s.r.l. fino al 2017, la misura della custodia cautelare in carcere in sostituzione di quella, in essere, degli arresti domiciliari presso l’abitazione di residenza in Carapelle, già disposta dal G.I.P. presso il Tribunale di Milano in data 21 dicembre 2017 per il reato, tra gli altri, di autoriciclaggio di proventi da reato nella società Foggia Calcio s.r.l. Nel corso delle operazioni di sequestro del 16 luglio scorso i Finanzieri del Gruppo di Foggia avevano constatato, all’interno dell’abitazione di residenza del Curci, la presenza di soggetto non appartenente al suo nucleo familiare, peraltro gravato da precedenti di polizia. La presenza del soggetto, risultata non incidentale, ha violato una delle prescrizioni dell’ordinanza del G.I.P. di Milano del 21 dicembre 2017, ovvero quella che disponeva il divieto per il Curci di comunicare con persone diverse dai propri conviventi. L’esecuzione dell’ordinanza di aggravamento della misura cautelare è stata delegata dal Tribunale di Milano a personale del Comando Provinciale Carabinieri di Foggia, quale Autorità di p.g. competente al controllo della misura, che ha provveduto nella mattinata odierna con il fattivo supporto di personale del Comando Provinciale di Foggia».

Infine, nella mail inviata a Tatiana, Lei afferma anche: «Il problema vero è che anche la scorsa volta avete scritto 50 rolex ed era una bufala». Lo vada a dire all’avvocato Michele Sodrio, difensore dei suoceri di Suo fratello, che, riguardo alle perquisizioni della Guardia di Finanza effettuate nella villa di Suo fratello e nella casa dei suoceri Pasqua, riferiva: «Nella controsoffittatura all’interno della villa sono stati rinvenuti: una quantità  enorme di denaro contanti, 50 orologi Rolex, un numero di assegni post datati tra 50 e i cento mila a partire 2019, 2020 e 2021. I miei assistiti sono sconvolti e scioccati perché loro con questi beni non c’entrano assolutamente nulla». 

Gentile Nicola Curci, il prossimo 29 Novembre Lei festeggerà il secondo anno di proprietà di TeleRadioErre nella Sua Carapelle, dove nessuno avrebbe mai potuto immaginare dovesse deragliare la storia importante di un’emittente tanto prestigiosa, in cui sono cresciuto avendo come maestro il suo fondatore Renato Forlani (quella Erre di TeleRadio è riferita proprio al nome di Renato) e che anch’io ho avuto la fortuna e l’onore di dirigere.  In due anni, Signor Nicola, dovrebbe aver assorbito dall’ottimo lavoro della Sua redazione (i colleghi Saverio Serlenga, Sara Pacella, Rino Palmieri, Antonio Ciociola, Emanuele Venturini, che non percepiscono lo stipendio da sette mesi, nonostante le fortune economiche accreditate all’editore) che l’informazione non può essere paragonata ad una slot machine, ma che segue e riferisce gli eventi per come accadono, non per come li si desidera vengano raccontati, quand’anche il Suo desiderio possa essere del tutto legittimo. 

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