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Patch cutanee e cuoio capelluto: una nuova frontiera nei trattamenti tricologici

Il cuoio capelluto rappresenta una zona cutanea altamente specializzata, spesso sottovalutata quando si parla di trattamenti cosmetici, dermatologici e tricologici

Patch cutanee e cuoio capelluto: una nuova frontiera nei trattamenti tricologici

L’uso delle patch cutanee — meglio note come cerotti transdermici — ha guadagnato terreno in numerosi ambiti della cura della persona. Per comprendere perché le patch sul cuoio capelluto stiano attirando così tanta attenzione, è necessario osservare più da vicino le caratteristiche di questa particolare area cutanea.

Il cuoio capelluto rappresenta una zona cutanea altamente specializzata, spesso sottovalutata quando si parla di trattamenti cosmetici, dermatologici e tricologici. Negli ultimi anni, l’uso delle patch cutanee — meglio note come cerotti transdermici — ha guadagnato terreno in numerosi ambiti della cura della persona. Mentre il loro impiego più noto si concentra su aree come braccia, schiena o addome, sta emergendo un crescente interesse verso l'applicazione di patch in ambito scalp care, soprattutto per la gestione di alopecie localizzate, irritazioni, dermatiti e disturbi dell’unità follicolare.

Per comprendere perché le patch sul cuoio capelluto stiano attirando così tanta attenzione, è necessario osservare più da vicino le caratteristiche di questa particolare area cutanea. Il cuoio capelluto presenta una concentrazione elevata di follicoli piliferi, ghiandole sebacee e una rete microvascolare intensa. Questi elementi lo rendono particolarmente recettivo alle sostanze applicate in superficie, facilitando l’assorbimento attraverso canali privilegiati come le aperture follicolari. Per questo motivo, molte formulazioni topiche — da sieri a lozioni medicate — risultano più efficaci proprio quando somministrate sul capo rispetto ad altre zone del corpo.

Patch cutanee sul cuoio capelluto: perché utilizzarle?

La patch cutanea ha una finalità duplice: rilascio controllato e localizzato di principi attivi. In altre parole, permette di concentrare un trattamento in un punto specifico, evitando la dispersione di prodotto e migliorando l’efficacia terapeutica o cosmetica. Questa modalità è particolarmente utile in presenza di:

  • Alopecia areata a chiazze, dove l’applicazione mirata può facilitare la veicolazione di sostanze stimolanti o antinfiammatorie.
  • Psoriasi del cuoio capelluto, che richiede spesso trattamenti occlusivi per migliorare l’assorbimento di corticosteroidi o derivati della vitamina D.
  • Dermatite seborroica, seppur con cautela, dato che l’occlusione può peggiorare la desquamazione in alcuni soggetti.
  • Irritazioni localizzate, eritemi o follicoliti che necessitano di un intervento antiinfiammatorio delicato.
  • Trattamenti cosmetici anti-caduta, dove alcuni brand hanno iniziato a sviluppare patch notturne a rilascio graduale contenenti peptidi biomimetici, caffeina o estratti vegetali.

Un vantaggio importante è la continuità del rilascio: mentre un siero viene assorbito nell’arco di pochi minuti, una patch può agire per 8, 12 o addirittura 24 ore. Inoltre, essendo rimovibile, permette di interrompere rapidamente il trattamento in caso di irritazione.

Limiti e criticità

Nonostante il loro potenziale, le patch sul cuoio capelluto presentano alcune criticità. La principale riguarda l’adesione: i capelli possono impedire al cerotto di aderire correttamente alla pelle, rendendone difficile l’utilizzo nelle zone molto folte. Per questo motivo, la maggior parte dei trattamenti transdermici specifici per lo scalp viene applicata in aree rasate o naturalmente meno dense, come le chiazze di alopecia areata o la regione temporale.

Un altro limite è il rischio di occlusione eccessiva, che in soggetti predisposti può favorire la proliferazione di lieviti come la Malassezia, responsabili della dermatite seborroica. Inoltre, non tutti i principi attivi possiedono una struttura molecolare adatta alla penetrazione transdermica, rendendo necessario l'uso di tecnologie avanzate come sistemi multilayer, microaghi o patch idrogel.

Un settore in espansione: evidenze scientifiche e nuove tecnologie

L’interesse crescente verso le patch cutanee per lo scalp trova conferma nella letteratura dermatologica più recente, che sottolinea come il cuoio capelluto sia un’area altamente ricettiva ai trattamenti transdermici grazie alla sua abbondante vascolarizzazione. Numerosi studi stanno analizzando l’efficacia di patch arricchite con nanovescicole, microcapsule o sostanze antinfiammatorie per migliorare la gestione delle alopecie e delle forme più resistenti di psoriasi.

Un approfondimento autorevole sul tema della somministrazione transdermica e dell’assorbimento cutaneo è disponibile presso Harvard Health Publishing. Queste ricerche stanno aprendo la strada a dispositivi sempre più sofisticati: patch ultrasottili, trasparenti, perfettamente adattabili alla forma del cranio e capaci di rilasciare attivi in modo mirato e costante.

Una tecnologia da guardare con attenzione

Le patch cutanee applicate sul cuoio capelluto rappresentano una soluzione innovativa e promettente per il trattamento localizzato di numerose condizioni dermatologiche e tricologiche. Pur non essendo ancora diffuse quanto le patch tradizionali, offrono vantaggi significativi in termini di precisione, continuità d’azione e potenziale terapeutico. L’avanzamento delle tecnologie transdermiche suggerisce che nei prossimi anni vedremo un'espansione importante dell’offerta di patch dedicate proprio allo scalp care, con applicazioni sia mediche sia cosmetiche.

 

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