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Tricopigmentazione: perché ha così successo e i vantaggi rispetto al trapianto

Le strade per risolvere il problema nel momento in cui i capelli iniziano a cadere in maniera consistente o ad apparire meno folti sono diverse e, tra queste, la tricopigmentazione sta emergendo come alternativa rapida, sicura e alla portata di tutti

Tricopigmentazione: perché ha così successo e i vantaggi rispetto al trapianto

Il successo della tricopigmentazione è legato anche al suo essere un trattamento versatile: va benissimo per far apparire più folti i capelli lunghi delle donne, ma anche per rendere più evidente l’effetto rasato e per lavorare sull’infoltimento della barba. E non ci sono controindicazioni

Gli standard notevoli che la società attuale richiede lato estetica portano sempre più persone a rivolgersi a professionisti specializzati nel momento in cui hanno a che fare con evenienze come la perdita dei capelli. Sfoggiare una chioma curata è un dettaglio fondamentale per sentirsi a proprio agio in diversi contesti, a partire da quello lavorativo.

Le strade per risolvere il problema nel momento in cui i capelli iniziano a cadere in maniera consistente o ad apparire meno folti sono diverse e, tra queste, la tricopigmentazione sta emergendo come alternativa rapida, sicura e alla portata di tutti. A cosa si deve il suo successo? Prima di rispondere a questa domanda, facendo un confronto diretto con il trapianto, vediamo di cosa si parla quando la si chiama in causa.

La tricopigmentazione è un trattamento paramedicale.

Effettuato da dermopigmentisti specializzati, prevede l’inoculazione nella cute in corrispondenza del cuoio capelluto di pigmenti biocompatibili anallergici e perenni.

Quando non si conosce il trattamento, è naturale chiedersi come mai non vengano impiegati pigmenti riassorbibili. Il motivo è molto semplice ed è legato al fatto che, dopo circa un anno dal trattamento, l’effetto non è più visibile. Con i pigmenti perenni, senza mai mettere in secondo piano la sicurezza, una volta completato il protocollo si può stare tranquilli.

Un altro aspetto positivo degno di nota riguarda il fatto che, a differenza di quelli riassorbibili, i pigmenti semipermanenti non cambiano colore con il tempo. Nel caso dei primi, man mano che passano i mesi, si possono notare mutamenti cromatici verso il blu e il verde.

Il percorso si articola in tre sedute: trascorsi più o meno quattro anni può essere necessario procedere a un piccolo ritocco, a seguito del quale si dimentica per sempre il cruccio estetico dell’alopecia o dei capelli non sufficientemente folti. In quanto appena ricordato risiede uno dei principali vantaggi rispetto al trapianto di capelli: anche se, negli ultimi anni, l’approccio tecnico si è evoluto, quando si ricorre all’autotrapianto bisogna farlo con determinate aspettative. Questo intervento chirurgico può avere come conseguenza il mancato attecchimento di alcuni dei follicoli trapiantati: ciò rappresenta, comprensibilmente, un motivo di grande delusione per il paziente.

Altro rischio basso ma presente quando ci si sottopone a un trapianto di capelli è quello della necrosi tissutale, che si presenta nel momento in cui, nel corso dell’intervento, si compromette l’efficienza della circolazione ematica. Altro capitolo che fa la differenza è quello dei costi: nel caso della tricopigmentazione, possono essere inferiori di oltre il 70% rispetto all’impegno economico medio di un trapianto. Tutto questo, ribadiamo, sempre mettendo in primo piano la qualità. L’utente medio è infatti più che informato e, quando si rivolge a un professionista per un trattamento di tricopigmentazione, ha aspettative altissime.

Ciò vuol dire che, quando ci si occupa di tricopigmentazione a Milano e si ha intenzione di distinguersi dalla concorrenza in una città dove tutto quello che ruota attorno all’estetica ha numeri stellari, è necessario avere alle spalle una formazione solida, possibilmente presso scuole internazionali, e continuare a frequentare master e corsi di specializzazione.

Altri motivi per cui vale la pena scegliere la tricopigmentazione

Il successo della tricopigmentazione è legato anche al suo essere un trattamento versatile: va benissimo per far apparire più folti i capelli lunghi delle donne, ma anche per rendere più evidente l’effetto rasato e per lavorare sull’infoltimento della barba.

Non ci sono controindicazioni: nel caso del trapianto, può succedere di sentirsi dire che non è possibile sottoporsi all’intervento perché l’area donatrice non ha abbastanza follicoli trapiantabili. Con pochissime regole a cui fare attenzione dopo il trattamento – essenziale, per esempio, è non sudare e non bagnare il cuoio capelluto per le 72 ore successive – la tricopigmentazione è indolore e non prevede punti di sutura.

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