IL MATTINO
Almanacco
04.05.2025 - 00:36
Distinto e distante dalla Destra mediocre, di potere, che poi ha governato la città, non solo la politica, anche la scuola fu il campo privilegiato dell’impegno civile di Bucci, docente di Italiano e Storia all’Industriale e poi all’Istituto tecnico commerciale “Giannone” di Foggia, sempre generosamente pronto ad aiutare gli studenti in difficoltà, probabilmente memore degli anni di guerra in cui, orfano, era costretto a studiare di notte, sotto la luce dei lampioni. Smisurato il suo amore per Foggia e per il Foggia, tanto da chiedere al figlio Romano, noto reumatologo, di non lasciare la città per l’importante incarico di primario offertogli a Cuneo: «Loro hanno i soldi per comprarsi la salute, qui se ve ne andate voi se ne va anche la speranza», gli disse. LE TESTIMONIANZE.
LA TESTIMONIANZA POLITICA
«A cavallo tra gli anni 80 e 90 - ricorda Albergo Mangano - ero impegnato in politica abbastanza attivamente ed ero uno di quei giovani che seguivano con interesse i consigli comunali, gli interventi dei consiglieri da una parte e dall’altra, quegli interventi che si preparavano nelle sezioni dei partiti, che si condividevano con i militanti, che si leggevano con trasporto e passione. In quegli anni ero affascinato dalla figura del prof. Luigi Bucci, rappresentante di quella Destra consegnata ormai alla storia. Ero un suo elettore ma ero soprattutto affascinato dalla sua infinita cultura, dalla sua rettitudine, in definitiva dal suo carisma riconosciuto anche da chi la pensava diversamente da lui. Ma a quei tempi, quelli del pentapartito, erano tanti coloro che, indipendentemente dal banco che occupavano, mostravano innanzitutto l’orgoglio della propria appartenenza. Nell’autunno del 92, in una riunione di una sezione di partito alla quale partecipavo, alcuni militanti contestarono al prof. Bucci un episodio che oggi farebbe solo sorridere: a detta di alcuni, l’allora capogruppo del MSI non avrebbe dovuto stringere la mano al neo eletto sindaco di Foggia, Salvatore Chirolli, anche perchè la scena era stata riproposta più volte nei tg delle televisioni locali.
Io, incautamente vestitomi di autorità, presi la parola e cercai di spiegare il ruolo di un capogruppo e che non era certo con la mancanza di una stretta di mano che si potevano vincere le battaglie ma semmai bisognava lavorare ai fianchi dell’amministrazione con idee, progetti e alternative. Qualche giorno dopo, il prof. Bucci si complimentò con me, mi abbracciò e quel gesto, per me importante, resta uno dei più belli e gratificanti della mia breve e forse insignificante vita politica.»
LA TESTIMONIANZA SCOLASTICA
Luigi Bucci è stato il mio professore d’Italiano al “Giannone”. Due episodi, tra gli altri, hanno segnato la mia vita di studente. Aveva saputo che non partecipavo alle gite scolastiche per mancanza di soldi, allora mi iscrisse d’obbligo a dei concorsi letterari regionali con premi in denaro con la minaccia che mi avrebbe bocciato, se non avessi partecipato. Ero risentito con lui per quella decisione imperiosa, quando vinsi i premi che utilizzai per partecipare alle gite ne compresi la ragione che non mi ha mai rivelato. Il secondo episodio ha riguardato il mio esame di Maturità, a cui mi presentavo portando come materie Italiano e Diritto. Il giovane presidente della Commissione mi interrogò su Montale e su chi fosse l’editore di “Ossi di seppia”. «Gobetti», risposi. Quando mi chiese la data della pubblicazione, gli mostrai il libro dicendogli: «Non la ricordo, ma la può trovare sul libro». Un’incosciente impertinenza che irritò il presidente della Commissione d’esame ostinatosi a bocciarmi. Avvisarono Bucci, che da Manfredonia, dov’era commissario d’esame, corse a Foggia per spiegare al collega che i suoi alunni erano stati formati allo studio critico, contestuale agli avvenimenti storici e geografici, e non a quello mnemonico. Un intervento provvidenziale che permise il proseguimento sereno della mia prova d’esame, conclusasi con il massimo dei voti, inimmaginabile per i tanti docenti di ieri, come di oggi, il cui insegnamento è ben lontano dall’eredità educativa di Don Lorenzo Milani: avere a cuore la propria comunità di studenti, partecipare alla vita e al destino di ognuno di loro, era invece la passione e la dedizione che distingueva il Prof. Luigi Bucci, spentosi a Foggia il 2 settembre del 2007.
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