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La visita questa mattina alla basa militare di Herat

Mario Mauro in Afghanistan ricorda il sacrificio dei foggiani Positano e Frasca

Commozione del Ministro della Difesa, originario di Peschici

Mario Mauro in Afghanistan ricorda il sacrificio dei foggiani Positano e Frasca

L'intervento di Mario Mauro questa mattina in Afghanistan

«Con loro, i nomi di altri 51  militari caduti in Afghanistan; sono coloro che come voi, per anni, e fino agli ultimi mesi, fino a questi giorni hanno fatto comprendere al mondo che l’Italia ha delle certezze. Io credo che sia questa  la sfida più grande che ci attende. I risultati della nostra presenza qui in Afghanistan sono per alcuni versi impeccabili. Ci sono milioni di ragazzi che son  tornati a studiare, un'economia che, se pur in modo difficoltoso, sembra trovare la sua strada», ha detto Mauro.
Francesco Saverio Positano e Mario Frasca. Sono loro i due foggiani caduti in Afghanistan e ricordati questa mattina dal Ministro della Difesa, Mauro Mario, in visita alla base di “Camp Arena” ad Herat. Due giovani militari, entrambi caporal maggiori scelti, il primo morto il 23 giugno 2010 nel corso di un incidente nelle vicinanze di Shindand; l’atro, ortese, deceduto il 23 settembre del 2011 nel corso di un’esercitazione insieme ad altri due commilitoni. “Sono i nomi di coloro che ci fanno capire che le cose non hanno solo un prezzo: hanno prima di tutto un valore – ha detto Mauro. Con loro, i nomi di altri 51  militari caduti in Afghanistan; sono coloro che come voi, per anni, e fino agli ultimi mesi, fino a questi giorni hanno fatto comprendere al mondo che l’Italia ha delle certezze. Io credo che sia questa  la sfida più grande che ci attende. I risultati della nostra presenza qui in Afghanistan sono per alcuni versi impeccabili. Ci sono milioni di ragazzi che son  tornati a studiare, un economia che, se pur in modo difficoltoso, sembra trovare la sua strada. Ma ci sono ancora mille difficoltà da superare e ci sono mille momenti anche terribili che potrebbero far precipitare questo paese nel caos da un giorno all’altro – ricorda il Ministro. La nostra presenza trova una ragione nelle storia perché, passo dopo passo, ci siamo messi  al fianco di un popolo e, secondo i dettami della Comunità Internazionale e il valore della nostra Costituzione, proviamo ad essergli amico. Proviamo a dargli una ragione ed una speranza. Molti di voi vengono da piccoli paesi del sud e sanno bene in quei paesi che mettersi di mezzo quando c’è tensione, quando c’è conflitto., quando c’è un litigio vuol dire assumersi una responsabilità. La logica dell’interposizione che ci porta a batterci affianco di popoli sconosciuti è una logica che vuole credere nella condivisione dei bisogni del mondo e del genere umano. Ci siamo schierati in un  paese così lontano da casa nostra perché capiamo che il destino della nostra gente dipende anche da quello che siamo capaci e che riusciamo a fare qui a tanti chilometri di distanza da casa. Ed è attraverso questo sacrificio e attraverso la ragione di questa presenza che aiutiamo anche il nostro paese a capire di più il valore delle cose ed il prezzo. La vita militare è caratterizzata dalla gerarchia è un ordine attraverso il quale si esprimono le priorità; priorità di una comunità e di un popolo. Non è  un’esibizione di potere anche nella vita di una nazione esiste una gerarchia ci sono che vengono prima e cose che vengono dopo sono i nostri valori, che vengono prima del prezzo delle cose. Di quello che paghiamo in investimenti, in denaro in presenza di mezzi ed uomini, c’è qualcosa che viene prima e che è appunto testimoniato dal significato della giornata di ognuno di voi qui in Afghanistan. Per questo che l’Italia guarda a voi. Ed è per questo che vi diciamo grazie scusandoci e chiedendovi perdono se non sempre e, se non fino in fondo, siamo all’altezza di quello che voi fate, di quello che voi siete e di ciò che hanno espresso questi nostri amici, questi nostri fratelli che immolando la propria vita hanno reso sacro il nome dell’Italia” – chiosa Mauro.  Il Ministro Mauro ha poi incontrato i militari della base di Herat schierati in “Piazza Italia”, successivamente si è spostato nell’altra base militare italiana di Shindand a sud dell’Afghanistan colpita da un attacco missilistico poco più di un mese fa.

 

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