IL MATTINO
Il fatto clamoroso di cronaca
30.10.2025 - 18:32
Il procedimento nasce da una mirata attività fiscale condotta dalla Guardia di Finanza di Isernia, che ha permesso di portare alla luce un sistema ritenuto “articolato” e capace, sempre secondo la ricostruzione investigativa, di raggirare clienti e compagnia. Sul piano penale, l’agente è stato deferito alla Procura della Repubblica di Chieti per il reato di truffa.
Una firma elegante in calce a un certificato, un bonifico “di routine”, la rassicurazione di chi conosci da anni. Quante volte la fiducia diventa il cavallo di Troia perfetto per chi intende tradirla? È l’interrogativo che aleggia sul caso emerso tra le province di Isernia e Chieti, dove un agente assicurativo, attivo dal 2010, è stato denunciato per un presunto sistema di frode ai danni di circa cento risparmiatori e della compagnia per cui lavorava. L’uomo si sarebbe fatto versare i premi delle polizze su un conto a lui riconducibile, senza trasferirli alla compagnia, accumulando – stando alle ipotesi investigative – circa cinque milioni di euro.
# UN CASTELLO DI CARTE: IL MECCANISMO DELLA PRESUNTA FRODE
Le Fiamme Gialle del Gruppo di Isernia, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, avrebbero ricostruito un sistema meticoloso. Tra il 2016 e il 2023 l’agente avrebbe incassato premi relativi a polizze vita, rilasciando ai clienti certificati assicurativi che non venivano però perfezionati nei termini previsti. In concreto? Documenti apparentemente regolari ma privi di effetto giuridico, destinati a diventare nulli; in altri casi, addirittura, l’emissione sarebbe stata omessa. La scena, a guardarla da lontano, ricorda un castello di carte: basta un soffio – un controllo fiscale mirato – e l’intera architettura crolla, rivelando scaffali di carta senza copertura reale.
# I NUMERI CHE PESANO: CINQUE MILIONI E CENTO RISPARMIATORI
Cinque milioni di euro. È questa la stima della somma che, secondo gli inquirenti, l’agente avrebbe intascato facendo transitare i premi su un conto corrente personale. Un ammontare che dà la misura dell’impatto economico e umano: circa cento privati cittadini, in larga parte piccoli risparmiatori, che per anni hanno affidato all’intermediario i frutti di una vita di lavoro. Il patto fiduciario, costruito nel tempo, si sarebbe trasformato in un veicolo di vulnerabilità. E qui il punto si fa doloroso: chi sottoscrive una polizza vita cerca protezione, non un azzardo.
# LE INDAGINI: IL RUOLO DELLA GUARDIA DI FINANZA E DELLE PROCURE
Il procedimento nasce da una mirata attività fiscale condotta dalla Guardia di Finanza di Isernia, che ha permesso di portare alla luce un sistema ritenuto “articolato” e capace, sempre secondo la ricostruzione investigativa, di raggirare clienti e compagnia. Sul piano penale, l’agente è stato deferito alla Procura della Repubblica di Chieti per il reato di truffa. Sul fronte tributario, non avendo dichiarato – questa l’ipotesi – le somme illecitamente percepite, è stato segnalato alla Procura della Repubblica competente per il reato di infedele dichiarazione dei redditi. L’uso del condizionale non è una cautela stilistica, ma il riflesso della presunzione di innocenza: spetterà ai giudici accertare i fatti e le responsabilità.
# LA COMPAGNIA: SOSPENSIONE E REVOCA DEL MANDATO
L’intermediario, che operava con mandato, è stato sospeso dalla compagnia assicurativa, che ha proceduto alla revoca. Una mossa attesa in casi del genere, per contenere i rischi reputazionali e interrompere ogni operatività. Ma la domanda è inevitabile: com’è possibile che un simile flusso di premi sfuggisse ai radar interni per anni? In un settore regolato e vigilato – dove procedure, controlli di secondo livello e audit dovrebbero intercettare anomalie – il punto critico sembra essere caduto nella zona grigia della fiducia personale e dell’operatività periferica. L’eventuale responsabilità della compagnia verso i clienti, nel perimetro del mandato e delle quietanze rilasciate, sarà valutata nelle sedi opportune, anche alla luce della documentazione in possesso dei risparmiatori.
# POLIZZE VITA “NON PERFEZIONATE”: COSA SIGNIFICA DAVVERO
Il dettaglio tecnico non è marginale. Una polizza “non perfezionata” resta un’intenzione, non un contratto efficace. I clienti potrebbero aver ricevuto ricevute o certificati non allineati nei sistemi della compagnia, con il rischio di essere scoperti nel momento di maggiore fragilità: al verificarsi dell’evento assicurato. Ecco perché gli inquirenti parlano di raggiro “sia degli ignari clienti che della compagnia”: ai primi si offriva una rappresentazione rassicurante, alla seconda si occultavano i flussi. È il classico doppio specchio della truffa “in guanti bianchi”.
# LA TRAPPOLA DELLA FIDUCIA: QUANDO L’INTERMEDIARIO DIVENTA IL VARCO
La relazione fiduciaria è il cuore pulsante dell’intermediazione assicurativa. L’agente conosce esigenze, timori, prospettive familiari dei clienti. È proprio questa prossimità che, secondo gli investigatori, sarebbe stata piegata in strumento di abuso. Una dinamica purtroppo nota nella criminologia dei reati finanziari: si lavora sul “capitale sociale” – la reputazione costruita dal 2010 – per superare le naturali difese del risparmiatore. Le vittime, spesso, non percepiscono red flag sottili: un IBAN intestato a un soggetto diverso dalla compagnia, una quietanza non verificabile in area riservata, un ritardo cronico nella consegna delle condizioni contrattuali definitive.
# TUTELE E VERIFICHE: TRE PASSI SEMPLICI CHE FANNO LA DIFFERENZA
La prevenzione non è un optional. Alcune cautele, alla portata di tutti, possono ridurre drasticamente il rischio: - effettuare pagamenti solo verso conti intestati alla compagnia o ai canali ufficiali indicati nei documenti precontrattuali, evitando bonifici su conti personali; - verificare entro pochi giorni l’avvenuta emissione del contratto nell’area clienti o tramite conferma scritta della compagnia, non solo dell’agente; - conservare e confrontare quietanze e condizioni di polizza, controllando numeri di polizza e codici identificativi con l’assistenza clienti; - in caso di dubbi, contattare il servizio consumatori della compagnia o rivolgersi all’IVASS per segnalazioni e informazioni; - se si sospetta una truffa, sporgere denuncia presso la Guardia di Finanza o i Carabinieri, e informare subito la compagnia.
# IL PERIMETRO DELLE RESPONSABILITÀ E LE POSSIBILI STRADE PER I RISPARMIATORI
In Italia, l’attività degli intermediari è regolata e vigilata. Quando un agente agisce nell’ambito del mandato, la compagnia può essere chiamata a rispondere di taluni atti; quando esorbita, lo scenario cambia. Molto dipenderà, caso per caso, dalla tracciabilità dei pagamenti, dalle quietanze, dalla corrispondenza con i sistemi interni. È qui che il lavoro degli investigatori e l’analisi dei documenti diventano decisivi: ricostruire la catena dei passaggi per stabilire chi debba ristorare i danni e in che misura. Un percorso complesso, ma necessario per dare concretezza alla tutela dei risparmiatori.
# DOMANDE APERTE: CONTROLLI, RECUPERI, FIDUCIA
Resta sul tavolo il nodo dei recuperi: i cinque milioni potranno essere rintracciati? Esistono beni aggredibili per coprire le perdite? E, ancor più, quali meccanismi di controllo interno saranno rafforzati per evitare che lo stesso schema si ripeta sotto altre latitudini? La fiducia è una diga: quando cede, non basta rattopparla, bisogna ripensarla. Le province di Isernia e Chieti, oggi al centro di questa vicenda, offrono una lezione valida ovunque: in materia di risparmio, la fiducia va nutrita con verifiche, trasparenza e tracciabilità. Non è sfiducia, è prudenza: la migliore alleata di chi, a torto, è stato abituato a credere che “va tutto bene” finché non è troppo tardi.
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