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Inchiesta Covid: la mail di docenti e medici inoltrata dall'ex governatore Vendola a Speranza

Nuovi elementi emergono dall'inchiesta della Procura di Bergamo sulla gestione della pandemia di Covid. Tra gli atti acquisiti dai pm per le indagini c'è una particolare mail che rappresenta forse il primo vero campanello d'allarme arrivato alle autorità italiane sulla pericolosità del virus che si stava diffondendo in Cina e in molti altri Paesi

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Roberto Speranza

La lettera è stata inviata da quattro medici e professori universitari: Alberto Zangrillo, Antonio Pesenti, Giacomo Grasselli e Marco Ranieri a Nichi Vendola, ex governatore della Regione Puglia, e da questi inoltrata al ministro della Salute Roberto Speranza: è il 12 febbraio del 2020 e vengono riportate "notizie di primissima mano provenienti dalla Cina, direttamente da Wuhan (grazie un canale di informazioni inedito e di cui non si è mai parlato)", scrive il Corriere che ha dato la notizia. "Nei giorni scorsi siamo stati contattati da Haibo Qiu, presidente della società cinese di Terapia intensiva, che è a Wuhan, inviato dal governo federale. Haibo si è formato in Italia e ha passato diversi anni a Torino e Milano lavorando con noi su progetti di ricerca clinica", si legge nella mail. Il messaggio evidenzia le "differenze" tra quanto asserito dal prof cinese e i numeri ufficiali ed evidenzia "il numero di malati che in Cina oggi hanno bisogno di ricovero in terapia intensiva per trattamenti avanzati della insufficienza respiratoria acuta". Di qui il paragone con la realtà italiana: "Se sviluppassimo la percentuale dei pazienti ammessi in terapia intensiva sulla base del numero di infetti dato oggi dalla Oms (in Cina, ndr ), sono 9.000 i pazienti che avrebbero bisogno di ricovero in terapia intensiva", scrivono i medici che suggeriscono, oltre a "misure di isolamento e prevenzione", di intervenire tempestivamente sulle terapie intensive "attrezzate per garantire l’isolamento assoluto". I prof chiedevano di "aprire un tavolo tecnico dedicato alla problematicità del trattamento in Ti delle forme più gravi" perché "i posti letto di Ti in Italia sono stimati in 5.184: di questi non più del 4% può essere isolato a pressione negativa"

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