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Inchiesta Covid, Cts e trasparenza. Lo sfogo del Dg: "sottoscrivevo un documento che mi vincolava alla riservatezza"

Ogni giorno quando "entravo" nelle "stanze del Ministero della Salute" per le riunioni del Comitato tecnico scientifico per la "stesura" del Piano Covid, basato sugli scenari dell'epidemiologo Stefano Merler, "sottoscrivevo un documento che mi vincolava alla riservatezza". Il 19 febbraio 2020 "ho firmato ben due volte il vincolo", ma "ho sempre trasferito all'Unita di crisi" della Lombardia "tutto quanto potevo sapere, immaginare o ipotizzare"

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E' una lettera-sfogo scritta da Alberto Zoli, all'epoca dg dell'Agenzia regionale emergenza urgenza della Regione Lombardia e che fece parte del Cts e dell'Unità di crisi regionale. Appunto che Zoli ha consegnato ai pm di Bergamo che indagano sulla gestione della pandemia e che lo hanno ascoltato come teste nell'ottobre 2021. Testo scritto "nel settembre del 2020" dal dirigente, quando era stato "colpito dal fatto di essere stato accusato di non aver portato informazioni all'unità di crisi regionale". Nella deposizione Zoli parla anche della "linee guida" che furono diffuse dalla "associazione anestesisti" invitando a dare priorità a quei pazienti "che avevano speranza di successo nel trattamento"

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