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10 febbraio "Giorno del Ricordo": è ancora vivo l'orrore delle foibe

Si celebra oggi 10 febbraio il "Giorno del ricordo", ricorrenza istituita per legge nel 2004 al fine di mantenere viva la memoria dei massacri e delle violenze delle foibe e dell'esodo forzato di istriani, fiumani e dalmati dalle loro terre nel secondo dopoguerra. Furono tra i 5mila e i 10mila gli italiani vittime delle foibe e della furia anti italiana dei partigiani jugoslavi di Tito

10 febbraio "Giorno del Ricordo": è ancora vivo l'orrore delle foibe

"La complessità delle vicende che si svolsero, in quei terribili anni, in quei territori di confine, la politica brutalmente antislava perseguita dal regime fascista, sono eventi storici che nessuno oggi può mettere in discussione. Va altresì detto, con fermezza, che è singolare, è incomprensibile, che questi aspetti innegabili possano mettere in ombra le dure sofferenze patite da tanti italiani. O, ancor peggio, essere invocati per sminuire, negare o addirittura giustificare i crimini da loro subiti. Per molte vittime, giustiziate, infoibate o morte di stenti nei campi di prigionia comunisti, l'unica colpa fu semplicemente quella di essere italiani". Ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante la celebrazione del "Giorno del Ricordo" al Quirinale. "Oggi l'Italia celebra il Giorno del Ricordo e rende il suo tributo ai martiri delle foibe e agli italiani" costretti "ad abbandonare le loro case per il solo fatto di essere italiani. La Repubblica ha ricucito questa pagina dolorosa della storia nazionale con la legge n.92 del 30 marzo 2004". Ha affermato il premier Giorgia Meloni. "La memoria delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata - ha detto Meloni - è stata per troppi anni vittima di una vera e propria congiura del silenzio". Le stragi delle foibe cominciarono dopo l'8 settembre 1943, con l’annuncio dell’entrata in vigore dell’armistizio di Cassibile. In Istria e in Dalmazia i partigiani jugoslavi di Tito si vendicarono contro i fascisti che avevano imposto l'italianizzazione forzata delle popolazioni slave locali. Al massacro delle foibe seguì l’esodo giuliano dalmata, ovvero l’emigrazione forzata dei cittadini di etnia e di lingua italiana dalla Venezia Giulia, del Quarnaro e dalla Dalmazia

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