IL MATTINO
il caso
13.01.2023 - 17:19
"In questi giorni - rende noto il sindacato con un lungo comunicato sul sito della Fisac - diverse filiali stanno ricevendo chiamate dall'ufficio preposto ai controlli sulla privacy, nelle quali si chiede conto di interrogazioni effettuate su rapporti di clienti apparentemente non giustificate dall'operatività ordinaria. La questione è estremamente seria e non va assolutamente sottovalutata", mette in guardia la Cgil. L'accesso ai dati personali dei clienti è regolato da un accordo del 2014 ed è possibile, da parte degli operatori bancari, solo per "finalità strettamente connesse all'attività lavorativa". In base a quella stessa intesa, sono previsti anche controlli automatici per individuare comportamenti anomali. Se in effetti ci sono, la banca contatta il dipendente chiedendogli una giustificazione del suo comportamento. Non può invece avviare provvedimenti disciplinari, che sono possibili solo in caso di sanzione da parte del Garante della privacy, chiamato in causa dal cliente interessato. Fino ad oggi, sottolinea la Cgil, questa norma "non aveva generato particolari problemi. Nei mesi scorsi, tuttavia, si è verificata un'intensificazione dei controlli, preannunciata dalla notizia di gruppo 'Accessi impropri a dati della clientela da parte dei dipendenti', pubblicata lo scorso 30 novembre. Da allora abbiamo notizie di numerose richieste di chiarimenti arrivate alle filiali". Per il sindacato, però, "le disposizioni emanate da Bper si prestano a interpretazioni a posteriori che potrebbero penalizzare i colleghi". Ad esempio
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