IL MATTINO
concordia
13.01.2023 - 16:44
Indelebili le immagini della città galleggiante adagiata su un fianco. Dopo i tempestivi salvataggi, seguirono settimane di operazioni per il recupero dei dispersi. Il relitto rimase davanti all’Isola del Giglio per circa un anno e mezzo, esattamente fino al luglio del 2014, quando venne rimosso a seguito di una complessa e maestosa operazione ingegneristica e trasportato, con non pochi rischi, al porto di Genova per le operazioni di smaltimento. I lavori per la rimozione furono l’ennesimo colpo di grazia per l’ambiente dell’area, ormai compromesso anche dalla presenza di sostanze nocive di cui la nave da crociera era carica: 2000 tonnellate di combustibile, ma anche olii pesanti, vernici, smalti e prodotti inquinanti. Le delicate operazioni di bonifica dell’area dei fondali marini dell’Isola del Giglio si sono concluse soltanto meno di quattro anni fa, nel 2018 e coordinate dal ministero dell'Ambiente. Il WWF Italia costituitosi parte civile nel processo ebbe un ruolo essenziale per valutare le gravi conseguenze causate a fauna, flora e paesaggio. Il violento impatto con una struttura rocciosa provocò un grosso squarcio nello scafo della Concordia, salpata dal porto di Civitavecchia in direzione Savona. In pochi minuti quella che avrebbe dovuto essere una spensierata vacanza si trasformò in un incubo per oltre 4mila passeggeri. Quel terribile errore umano e i ritardi nei soccorsi costarono la vita a ben 32 persone, mentre 157 passeggeri rimasero feriti. Una manovra spericolata, vite umane e numerose e gravi omissioni che sono costate caro al comandante Schettino
Accedi per continuare la lettura
edizione digitale
Il Mattino di foggia