IL MATTINO
01.11.2022 - 19:23
I numerosi precedenti in materia di Rave party abusivi, a partire dal caso di Viterbo (con migliaia di giovani provenienti da tutta Europa alla ricerca di sballo estremo e droga) dove si sono registrati tra le altre cose un decesso e una denuncia per violenza sessuale, hanno spinto il governo Meloni e capofila il ministro dell'Interno Piantedosi, all'indomani dei fatti di Modena, ad intervenire con una serie di provvedimenti in tema di ordine pubblico. La gestione Lamorgese che tanto ha infiammato il dibattito nel caso di Viterbo e Rogoredo non può essere facilmente archiviata. "Lo Stato ha dato una impressione di lassismo sul piano del rispetto della legalità e dunque era più agevole organizzare degli eventi come il Rave party di Viterbo: e così accadde perché quelle persone andarono via da sole, dopo un giorno, come se lo Stato non esistesse. Il segnale che io voglio dare è che l'Italia non è il Paese nel quale si può venire quando si vuole per delinquere", ha tenuto a specificare il premier Meloni. Musica e divertimento, purchè nel rispetto delle regole. La linea opposta rispetto a quella tracciata dalla già ministra del Conte Bis e del governo dei migliori, Luciana Lamorgese, non piace alla sinistra. La stessa sinistra dei droni per monitorare i runner, delle autocertificazioni per raggiungere un "affetto stabile". Insomma la sinistra che con la pandemia ha avvallato ogni tipo di restrizione delle libertà personali sulla base, spesso, di numeri pandemici errati e di assunti poco scientifici, si appella - ora - alla libertà di riunirsi per organizzare Rave party su suolo pubblico o su suolo privato, poco conta. Per Letta la libertà dei cittadini viene messa in discussione
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