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La cura De Donno per salvare un paziente Covid: l’ira dei colleghi “affinché la cosa non si ripeta”

Dalla Toscana arriva la surreale storia di Giovanni Belcari, medico del Pronto Soccorso di Portoferraio, in provincia di Livorno, che dopo aver chiesto l’autorizzazione al comitato etico aveva iniziato i trattamenti con il plasma “convalescente” per un paziente arrivato in ospedale in condizioni molto gravi e con gravissime difficoltà respiratorie, un sessantenne (vaccinato) dell'Isola d'Elba, malato di leucemia

L'Oms raccomanda di non usare il plasma dei guariti Covid nei casi gravi: «Cura costosa e inutile»

Alcuni colleghi del medico, però, si sono indignati per l’accaduto, protestando formalmente per l’iniziativa presa dal collega. Per i profeti di Roberto Speranza la famosa e apprezzata "cura De Donno" è una strada da non praticare. Eppure anche un recente studio pubblicato sul New England Journal of Medicine (Nejm) difende la terapia con plasma autoimmune, definendola “utile nella lotta al Covid”.

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