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Tarro: «Prima di inneggiare al vaccino bisognerebbe valutare rischi e benefici»

«Ci si sarebbe aspettato una sorta di consorzio internazionale delle principali aziende farmaceutiche per ottimizzare la ricerca di un unico vaccino: ad oggi i futuri e presunti vaccini anti-Covid sono almeno 71»

«Prima di inneggiare al vaccino, sarebbe il caso di valutare attentamente il rapporto tra rischi e benefici. Benefici che, per quanto riguarda i cosiddetti vaccini anti-Covid non si capisce quali siano, considerando che, così come dichiarato, addirittura, dal capo del dipartimento medico di Moderna, il dottor Tal Zaks: una persona vaccinata continuerebbe ad infettare gli altri». Lo ha affermato senza troppi giri di parole il prof. Giulio Tarro. «Considerando il panico mondiale che si è voluto creare intorno al Covid, ci si sarebbe aspettato una sorta di consorzio internazionale delle principali aziende farmaceutiche per ottimizzare la ricerca di un unico vaccino. Così non è stato e oggi i futuri e presunti vaccini anti-Covid sono almeno 71. Tutti realizzati in pochi mesi, mentre per realizzare un vaccino ci vogliono mediamente 8-10 anni. Ma, ancora più grave è che alcuni di questi vaccini, ad esempio, quello della Pfizer, sono basati su una tecnologia mai usata prima e, tra l’altro, attualmente vietata dall’Unione europea. Per dirla in due parole, considerato che il virus muta continuamente, si altera il nostro sistema genetico per far sì che il nostro sistema immunitario possa riconoscerlo come una minaccia».

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