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Covid, il dem Lettieri avvocato d'ufficio del duo pandemico Conte - Speranza

Il 9 marzo, l'annuncio del lockdown dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte a reti unificate. L'Italia si risveglia in emergenza totale con un piano pandemico obsoleto e non aggiornato, tra carenza di mascherine e di bombole di ossigeno, terapie intensive in numero assai minore rispetto alle esigenze. Cittadini nel caos e supermercati presi d'assalto

Covid, il dem Lettieri avvocato d'ufficio del duo pandemico Conte - Speranza

Speranza, Conte e Lettieri

Ci sono le conferenze stampa delle 18 del duo Borrelli - Brusaferro, la carrellata di numeri (impossibili da verificare), la gestione del super commissario Arcuri, i bonus del già ministro Gualtieri e le pessime figure sotto l'aspetto della comunicazione e dell'informazione con bollettini quotidiani di contagi e di decessi, i cui numeri con il tempo hanno iniziato a mostrare numerose incongruenze. Il secondo o terzo tampone talvolta registrato come primo. "La conta" dei decessi con Covid o per Covid? Nel primo caso il Covid si sommava ad almeno due medio-gravi patologie pregresse. Le piattaforme non aggiornate e il mistico Rt che - pertanto - tutto poteva giustificare, a partire dai notturni Dpcm che hanno massacrato il tessuto sociale ed economico. Caos che è stato una costante anche nell'avvicendamento a Palazzo Chigi tra Conte e Draghi e nelle varie fasi pandemiche. Un esempio? Il meccanismo della quarantena. «La gestione della pandemia è stata incoerente, i provvedimenti hanno creato solo confusione. Prima bisognava stare in quarantena 21 giorni, poi 10 giorni, poi nulla se sei vaccinato. Noi che siamo del settore facciamo fatica», sosteneva nel gennaio del 2022 ospite a Fuori dal Coro su Rete 4 Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano. "Non si può non segnalare il ritardo del Ministero della salute nella gestione dell'emergenza. Solo il 4 marzo 2020, infatti, approntava una prima stima dei costi per l'acquisto di attrezzature ospedaliere, allorquando ormai in Lombardia vi erano già 1.820 casi, 73 deceduti e 209 persone in terapia intensiva". Questa - a tal riguardo - una delle considerazioni contenute nella chiusura dell'inchiesta dei magistrati di Bergamo che per tre anni hanno cercato di ricostruire le prime fasi della pandemia e le risposte istituzionali all'emergenza Covid. "L’Italia ha adottato le misure più restrittive dell’intero occidente – affermava il premier Meloni alla Camera dei Deputati nel suo primo discorso da Premier – arrivando a limitare fortemente le libertà fondamentali di persone e attività economiche, ma nonostante questo è tra gli Stati che hanno registrato i peggiori dati in termini di mortalità e contagi. Qualcosa, decisamente, non ha funzionato e dunque voglio dire fin d’ora che non replicheremo in nessun caso quel modello". Con un tratto di penna il segretario regionale del Pd, Giovanni Lettieri, mosso da eroico furore cancella i pasticci della stagione pandemica narrata - in parte - nell'operetta in due volumi "Perchè Guariremo" a firma di Roberto Speranza. La pandemia come terreno politico fertile per la sinistra: era questa la profezia, poi totalmente disattesa con il trionfo alle urne del centrodestra a trazione Meloni, dell'ex ministro della Salute, lucano di nascita e campano di elezione. La prima edizione del libro - vero best seller di Feltrinelli - nel novembre del 2020 divenne un caso mediatico e politico: distribuito e ritirato dagli scaffali nel giro di 24 ore all'alba della seconda ondata e merce rara su Ebay, con prezzi anche a tre zeri. Il volume che avrebbe dovuto tramandare ai posteri la grande impresa, ovvero l’uscita dell’Italia dal Covid, divenne un autogol clamoroso mentre la morsa del Covid attanagliava l'Italia. Nel libro del fu ministro non viene citato lo strumento principe per contrastare una pandemia: il piano pandemico. Il tema sarà sollevato qualche mese dopo con la pubblicazione delle chat tra il direttore aggiunto dell'Oms, Ranieri Guerra ed il presidente dell'Iss, Silvio Brusaferro. Ma questa è un'altra storia.
Impossibile dimenticare - con l'avvento di Mario Draghi - le storture del green pass all'italiana, che non ha creato luoghi sicuri tra persone non contagiose ed ha scandito la vita sociale, economica e lavorativa del Paese. Non solo: ha consentito o negato, in base alle situazioni, mobilità e svago. Celebre il caso dello Stretto di Messina e della continuità territoriale negata a numerose categorie che, senza violare alcuna legge, hanno scelto di disertare le punture. L'unica "intuizione" di Speranza è stata semplice e banale: il Coronavirus non era una passeggiata, tanto da avergli fatto perdere il sonno e una partita della Roma allo Stadio Olimpico. “Quel libro è pieno di omissioni, previsioni errate e retorica”, spiega Roy de Vita primario di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva all’Istituto Nazionale dei Tumori di Roma ‘Regina Elena’, in un celebre video del 2022 pubblicato sui social e diventato virale. Per de Vita: “La politica è la regina indiscussa e il racconto è solo funzionale ad essa”. Poi una seconda edizione: nuova copertina e nuovo editore (Solferino) per il libro che evidentemente mancava agli italiani.

"Credo che il vero problema vada ricercato nella selezione dei tecnici del ministero, che ha portato ad un sistema a mio avviso fatto di scelte non eccellenti. Non tutti, altrimenti sarebbe un inferno, direi però che alcuni erano da armata Brancaleone. A quanto so dovevano affidarsi ad una società esterna perché non parlavano inglese...": sono queste le parole pungenti di Pierpaolo Sileri, ex vice di Speranza al ministero della Salute e senatore M5S, intervistato da Rai Radio1 a Un Giorno da Pecora, trasmissione condotta da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari, lo scorso 10 marzo 2023. "Qualcuno dei segretari e direttori generali non sono mai stati all'altezza a mio avviso. Con una preparazione diversa si sarebbe potuto evitare la mole di quanto avvenuto. C'è stato un sistema che ha avuto dei buchi", tuonava Sileri.

"Mancava qualcosa nella gestione dell’emergenza. Ricordo riunioni a volte imbarazzanti, soprattutto quelle gestire da Ruocco, me ne lamentai più volte. Chiesi del piano pandemico e mi dicevano che era tutto apposto, che era tutto perfetto, ma non era così", dichiarava ancora Sileri al giornalista Giletti il 5 marzo 2023 ospite della trasmissione La7 'Non è l’Arena'. Facendo un salto temporale a ritroso Sileri - sentito come testimone il 3 marzo 2021 - raccontò ai pm di Bergamo di essere stato "minacciato" da Goffredo Zaccardi, l'ex capo di Gabinetto di Roberto Speranza. Sileri mostrò agli inquirenti alcuni screenshot. "Voglio precisare che tali minacce ritengo siano da correlare alla mia attivita' di viceministro e, in particolare, alla mia attivita' di sensibilizzazione verso i funzionari ministeriali con riferimento alla gestione della pandemia da Covid 19 e inoltre ai miei solleciti a fare presto e bene nell'acquisto di DPI, respiratori e quant'altro, nonche' a tutti i miei inviti rivolti al ministro Speranza, al capo di Gabinetto Zaccardi, al segretario generale Ruocco e a tutti gli altri funzionari ministeriali a gestire al meglio e in modo collegiale l'emergenza", dichiarava Sileri.

«Il 6 aprile del 2020 il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, e il ministro Roberto Speranza stanno tenendo una delle loro frequentissime conversazioni. Già l’idea che il super esperto membro del Cts e il ministro si sentano per concordare la linea – scrive Francesco Borgonovo sulle colonne del quotidiano La Verità l'8 marzo 2023 – è molto sgradevole, dato che dovrebbero muoversi in maniera indipendente, senza pressioni o influenze. Ma ancora più sconcertante è ciò che si dicono. Stanno iniziando a valutare l’idea di riaprire qualcosa, anche se il lockdown sarebbe finito soltanto un mese dopo. Il presidente dell’Iss invia a Speranza un documento che, a quanto si capisce, è tutto sommato ottimistico sull’andamento dell’epidemia. Poi gli scrive: «Ho appena finito tic con Inail e Merler. Riusciremo a fare un modello ancora più preciso sul tipo di attività industriale da aprire ed il suo possibile impatto. Non sarà pronta domani… perché appena esplorata ma nei prox giorni. Ti tengo informato, domani sera dopo incontro con voi ti aggiorno. Per domani presentiamo quello che già conosci». Ed ecco la risposta di Speranza: «Domani tieniti sulle curve all’inizio. Poi vediamo domande. Due avvertimenti: 1) tutto quello che direte può finire fuori alla stampa. 2) se vogliamo mantenere misure restrittive conviene non dare troppe aspettative positive». Reazione di Brusaferro: «Ok Quindi niente modelli come quello che ti ho mandato. Ci raccordiamo domani Buona notte». Il pomeriggio seguente, quando evidentemente Brusaferro ha eseguito il suo compito rispettando le indicazioni ministeriali, la conversazione riprende. Speranza: «Ottimo. Tenete duro ora». Brusaferro: «Sufficiente?». Speranza: «Ottimo». Brusaferro: «Glielo diciamo? Che prevediamo sempre la chiusura?». Speranza: «Si. Chiaramente». Brusaferro: «Siamo stati tranchant!». Speranza: «Perfetto». «Riepilogando – commenta l’articolo de La Verità – Il ministro detta la linea politica e comunicativa al capo dell’Iss e membro del Cts, il quale ovviamente obbedisce, con tanti complimenti del suo referente governativo. Dunque, di nuovo, la politica decide fingendo di obbedire all’autorità scientifica. In più, il senso delle frasi di Speranza è: visto che dobbiamo restare chiusi, non bisogna presentare modelli ottimistici, non bisogna creare aspettative. Anzi, si deve iniziare parlando di curve dei contagi, e se possibile evocare scenari peggiori, non lasciare alcuno spiraglio aperto. Brusaferro esegue».

Il dem Lettieri, però, tira dritto: «Nessuno può dimenticare il tempo del covid, un tempo nel quale le nostre vite sono rimaste sospese. Sospese le relazioni sociali, sospesi professioni e mestieri, attività commerciali, sospesi alcuni diritti ed alcune fondamentali libertà personali. Regnavano paura, ansia, incredulità, sgomento. In quel periodo, il Paese ha reagito con grande responsabilità, coraggio e compostezza. Ha reagito in modo straordinario in un contesto molto difficile. Cittadini, medici ed operatori sanitari, rappresentanti delle istituzioni hanno lavorato insieme seguendo una unica stella polare: uscire da una crisi sanitaria senza precedenti con il minor sacrificio possibile di vite umane. Le istituzioni a tutti i livelli, dai sindaci al governo nazionale, hanno operato in una grande emergenza con generosità, facendo scelte difficili facendosi supportare dalla comunità scientifica internazionale. Tutte le forze politiche sono state impegnate a perseguire un unico fine: il bene della collettività. Tutti, tranne la destra - prosegue - che fa capo alla Meloni che con spregiudicato cinismo ha tentato di strumentalizzare una situazione drammatica, finanziando, addirittura, campagne di odio ed azioni legali contro pezzi dello Stato. Sento la necessità di esprimere solidarietà e gratitudine nei confronti di chi ha operato con fatica e coraggio in quei giorni difficili. Mi riferisco in modo particolare all’allora Ministro della Sanità, Roberto Speranza, ed al Presidente del consiglio, Giuseppe Conte, oggetto di assurdi attacchi. Al tempo stesso - conclude - esprimo sdegno verso chi ha messo in campo azioni irresponsabili (fondazione alleanza nazionale cassaforte di Fratelli d’Italia) finalizzate a lucrare consensi come avvoltoi senza nessun rispetto per le Istituzioni, per i cittadini e per lo Stato».

La pandemia e le scelte del governo Conte prima e Draghi sono state uno "tsunami" per i consumi: nonostante il recupero registrato alla fine del 2021, dall'inizio dell'emergenza sanitaria la crisi innescata dal Covid ha cancellato solo nel primo anno di Covid quasi 4 mila euro di spesa a famiglia, stimava Confesercenti spiegando che il dato era ottenuto dalla somma della riduzione dei consumi rispetto al livello pre-crisi. A pesare - ovviamente - sono stati i lockdown (quello ufficiale e quello ufficioso delle zone colorate) e le restrizioni a più livelli e il dramma delle imprese chiuse per decreto. Come quando la Silb (associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e spettacolo) scrisse a Draghi denunciando una situazione drammatica e chiedendo sostegni ministeriali, congrui e immediati per le 3000 imprese e i circa 100.000 lavoratori direttamente occupati e un fatturato di circa 2 miliardi di euro l’anno. Discoteche e sale da ballo tra le imprese più colpite negli anni dell'emergenza. Oppure ancora la filiera del "fatidico Sì." Il virus non ha risparmiato il settore wedding. Nella primavera del 2021 veniva stimato circa l’80 per cento del fatturato in fumo, pari a 29 miliardi di euro per il 2020 ed il 100 per cento da gennaio a marzo 2021.

Sullo sfondo, ad oggi, una commissione d'inchiesta parlamentare fortemente voluta da FdI che proverà a restituire ai cittadini una verità su quanto accaduto.

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