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A Chicago gli è passata la paura: ora il pandemista sceglie i maxi assembramenti. Senza mascherina

A Chicago gli è passata la paura: ora il pandemista sceglie i maxi assembramenti. Senza mascherina

È ufficiale: al pandemista Roberto Speranza, colui che ha indossato la maschera di Cerbero all'ingresso dell'inferno pandemico, il Covid non fa più paura. Nella giungla umana dell'evento di Chicago, finalmente libero dalle catene della prudenza, ha portato il suo sostegno a Kamala Harris. Lui che aveva tracciato la linea del confine tra la sicurezza e il pericolo, tra il rifugio (costretto) della solitudine e gli assembramenti. Che era stato il custode del silenzio nelle piazze vuote, l’oracolo di mascherine e distanziamenti, l’uomo che aveva tradotto la paura in regola, la solitudine in salvezza. Ma ora quel tempo sembra lontano,  sfocato. Pure per lui. A Chicago Speranza cammina spavaldo tra la folla senza più la sua fidata Ffp2, una reliquia del passato, un souvenir dei suoi tempi d'oro. Le folle che un tempo fuggiva come un vampiro alla luce del giorno, ora le abbraccia con un fervore degno di un predicatore in cerca di anime smarrite. Lui, che un tempo si aggirava tra i decreti come un funambolo su un filo teso tra la sicurezza sanitaria e la libertà personale (a vantaggio della prima), adesso passeggia per le strade come un uomo rinato, un Ulisse di ritorno dall’ennesima Odissea. Eppure, non possiamo fare a meno di chiederci: quanto c’è di autentico in questa improvvisa temerarietà? È davvero la fine di un incubo o semplicemente l’inizio di un nuovo atto, in cui Speranza gioca un ruolo diverso?

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